La cooperante liberata in Mali dopo otto mesi di prigionia "è un simbolo degli sforzi fatti da tanti cooperanti che, ogni giorno, rischiano la vita nei Paesi in via di sviluppo". Le 18 ong aderenti al Coonger esprimono il loro apprezzamento per il lavoro della giovane donna, per cui il sindaco di Ravenna ha proposto la cittadinanza onoraria
Ogni giorno, migliaia di persone in tutto il mondo mettono a repentaglio la loro vita e lavorano lontani dalle loro famiglie e dai loro affetti per dare un futuro migliore alle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo. Persone come Rossella Urru, la cooperante sarda liberata qualche giorno fa in Mali dopo 8 mesi di prigionia.
18 ong emiliano romagnole, riunite nel Coonger (Coordinamento delle ong dell'Emilia-Romagna) esprimono il loro apprezzamento per l'operato della giovane donna. "La vicenda di Rossella - dichiara la coordinatrice del Coonger Gabriella Oliani - ci aiuta a capire il valore della cooperazione internazionale e lo sforzo di tanti cooperanti e volontari che ogni giorno operano nel mondo, mettendo a rischio la loro stessa vita".
Lo stesso ministro per la Cooperazione internazionale Andrea Riccardi ha definito Urru "figlia dell'Italia migliore, quella che guarda al futuro, quella di cui possiamo tutti essere fieri" e il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci ha proposto di concedere alla giovane la cittadinanza onoraria. Proprio a Ravenna, infatti, Urru ha studiato e lavorato, muovendo i primi passi nel settore della cooperazione. La proposta sarà discussa dal consiglio comunale di Ravenna nella seduta di lunedì 30 luglio. A settembre, la cooperante sarà in visita alla città bizantina.
Urru, originaria di Samugheo in provincia di Oristano, sarà inoltre la prima donna a ricevere il premio "Sardus Pater", su proposta del presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci "come riconoscimento per l'alta valenza sociale della sua attività" oltre che "per onorare i valori rappresentati dalla testimonianza civile della cooperante, donna modello della Sardegna migliore dei nostri giorni".
"La felicità per il ritorno di Rossella abbraccia tutto il mondo della cooperazione - afferma Andrea Tolomelli, membro dell'esecutivo del Coonger -. Rossella e tanti altri cooperanti e volontari portano, grazie alla loro esperienza e tenacia, un valore aggiunto nei Paesi in via di sviluppo. Al loro rientro, sono portatori di una testimonianza che permette di abbattere le barriere e creare una globalizzazione positiva. La cooperazione è utile non solo a fini solidaristici ma è un modo per aiutare un'economia sana ed etica ad entrare in Paesi terzi, che altrimenti non avrebbero accesso a questa forma di scambio" conclude Tolomelli, rispondendo a chi ritiene inutile o controproducente il valore della cooperazione.
Urru, 30 anni, è coordinatrice delle iniziative della ong Cisp (Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli) in un campo profughi saharawi vicino a Tindouf, nell'Algeria occidentale. Qui, nella notte tra il 22 e il 23 ottobre dell'anno scorso, è stata rapita insieme a due cooperanti spagnoli da un commando armato. Il rilascio dei tre ostaggi è avvenuto il 18 luglio nei pressi di Timbuctu, in Mali.
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