Nominato un nuovo membro della Commissione Adozioni Internazionali: il rappresentante delle famiglie adottive bielorusse

Mezzano - 20 Luglio 2012 - Una decisione incomprensibile quella del Ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione, Andrea Riccardi, che il 18 luglio ha nominato Commissario della CAI Francesco M. Menillo, Presidente dell'Associazione Coordinamento Famiglie Adottanti in Bielorussia.

Una nomina che lascia particolarmente basiti. Non solo la Bielorussia rappresenta un piccolo Paese che vanta un numero poco significativo rispetto al totale delle adozioni internazionali realizzate in Italia ma l'Associazione in questione ha poca storia e certo non può vantare l'esperienza trentennale degli enti storici italiani ma solo portare una visione parziale legata a un ambito ristretto. L'Associazione Coordinamento Famiglie Adottanti in Bielorussia nasce infatti a seguito della chiusura del Paese all'inizio del 2008 per dare corpo alle richieste degli aspiranti genitori adottivi già da tempo in lista di attesa sul Paese. Ciò qualifica l'Associazione come soggetto privo di storia che non ha vissuto i 30 di impegno nel campo delle adozioni internazionali ma che è espressione di un movimento di protesta privo di una vera cultura dell'adozione internazionale.

Dichiara Marco Griffini, Presidente di Ai.Bi. "Con questa scelta il Ministro Riccardi, ancora una volta, dimostra di non avere una adeguata comprensione delle problematiche relative alle adozioni internazionali". E prosegue "Per anni abbiamo chiesto che gli enti potessero entrare nella Commissione per poter portare la loro significativa esperienza, soppratutto di quelli storici, ma nulla si potè fare. Ora la nomina di un associazione che in realtà rappresenta degli enti autorizzati ci lascia ancora una volta basiti".

Peraltro Riccardi non si è forse accorto del fatto che portando in Commissione un'associazione che rappresenta gli interessi delle famiglie in attesa della riapertura della Bielorussia di fatto sta dando rappresentanza agli enti autorizzati operanti su quel Paese attraverso un loro coordinamento. Ma è lo stesso regolamento della CAI - contro il quale abbiamo lottato in passato senza successo - a vietare la presenza dei rappresentanti degli enti all'interno della Commissione. Di fatto il regolamento è stato aggirato, speriamo inconsapevolmente, da colui che più di ogni altro dovrebbe farlo rispettare.

Unanime la reazione sorpresa e sgomenta degli Enti Autorizzati e dei loro Coordinamenti che evidenziano la mancanza di senso di queste nomine e ribadiscono la richiesta che il regolamento della CAI venga modificato dando finalmente spazio agli unici soggetti che realmente conoscono la materia, gli Enti stessi.

Gianbattista Graziani, portavoce di CEA, il Coordinamento degli Enti Autorizzati, ha dichiarato "Siamo molto sorpresi anche perché non ne sapevamo nulla. Non conosciamo la persona nominata a Commissario e quindi non esprimiamo un giudizio specifico, ma ci piacerebbe comprendere sulla base di quali criteri e consultazioni sia stata fatta questa nomina". Ha poi aggiunto "La CAI nella sua attuale configurazione da voce a tutti tranne che gli Enti Autorizzati, gli unici soggetti che veramente conoscono le adozioni internazionali. Per questo già abbiamo chiesto e torniamo a chiedere che si modifichi il regolamento della CAI dando finalmente il giusto ruolo agli Enti".

Gianfranco Arnoletti, Presidente del CIFA, ha espresso il suo sgomento "Un'altra occasione mancata per esprimere interesse e vicinanza agli enti. E' un atteggiamento offensivo che ci vede considerati alla stregua di una controparte da tenere quanto più possibile a distanza e che mai riceve attenzione sulle cose importanti. Quasi come ci fosse un conflitto di interessi". Ha poi proseguito "E pensare che non ci sarebbe nemmeno bisogno di cambiare il regolamento della CAI, basterebbe che il Ministero ci coptasse in quanto esperti in materia".

Paola Crestani di CIAI ha espresso la sua insoddisfazione "Spiace sia stata scelta a rappresentare un mondo complesso come il nostro una realtà molto particolare e specifica sia perché adotta dalla sola Bielorussia sia perché lo fa transitando dai soggiorni cosiddetti solidaristici. Quando è circolata la notizia ho auspicato che almeno il terzo Commissario fosse rappresentativo del complesso e ricco mondo delle associazioni familiari".

L'Auspicio di Paola Crestani è però stato prontamente disatteso. Sarebbe infatti stato nominato anche un altro membro, un rappresentante dello sconosciuto coordinamento CARE - Coordinamento Associazioni Familiari e Reti di Esperienza, rete di associazioni familiari che si occupano di adozione, post adozione, genitorialità e affido - che mai ha avuto a che fare con gli enti autorizzati.

Infine Anna Torre dell'associazione Ariete ha commentato entrando nel merito delle questioni sottostanti "Ma le adozioni in Bielorussia transitano dai soggiorni climatici aggirando peraltro la Legge 476. Per quale motivo le nostre coppie sono sottoposte a rigidi controlli mentre chi sceglie questa strada ospita il bambino senza ricevere alcuna idoneità ne subire controlli di sorta e poi magari, data la conoscenza instaurata con il minore, riesce anche ad adottarlo?". Poi aggiunge, riferendosi alla nomina di Menillo "Che senso ha essere controllati da qualcuno che pur occupandosi di adozioni lo fa in modo talmente specifico da non conoscere minimamente il nostro lavoro e le nostre reali problematiche?".

Pietro Ardizzi del coordinamento Oltre l'Adozione ha commentato "Bisognerà capire meglio ma la notizia suona decisamente negativa".
Ufficio Stampa Ai.Bi.

Alessia De Rubeis, 335.1846.197 - alessia.derubeis@aibi.it

Partner della formazione

ConfiniOnline fa rete! Attraverso la collaborazione con numerosi enti profit e non profit siamo in grado di rivolgere servizi di qualità a costi sostenibili, garantendo ampia visibilità a chi supporta le nostre attività. Vuoi entrare anche tu a far parte del gruppo?

Richiedi informazioni