Cogliati Dezza: "Ora il Parlamento accolga l'emendamento, la ricerca è infrastruttura strategica per il paese, non l'autotrasporto".

Roma, 19 luglio 2012

"Ora il Parlamento faccia la sua parte e accolga l'emendamento al decreto che restituisce i 210 milioni di fondi per la ricerca, è l'ultima chance per consentire ai nostri Istituti di ricerca di svolgere un lavoro fondamentale per il rilancio del Paese". Così il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza annuncia la presentazione oggi in Senato di un emendamento al decreto Spending Review, presentato da numerosi senatori - Vita, Ferrante, Della Seta, Casson, Ignazio Marino, Amati, Armato, De Luca, Di Giovanpaolo, Maritati, Mazzuconi, Monaco, Nerozzi - che riporta la proposta fatta dall'associazione insieme a 30 autorevoli scienziati di ripristinare i fondi tagliati alla ricerca recuperandoli dagli stanziamenti destinati all'autotrasporto.

Nell'appello lanciato da Legambiente pochi giorni fa (www.legambiente.it/iostoconlaricerca) insieme a 30 prestigiosi scienziati italiani tra i quali la nota astrofisica Margherita Hack e l'astronauta Umberto Guidoni insieme al chimico Vincenzo Balzani, al fisico Giorgio Parisi e al presidente dell'Ispra De Bernardinis, si sottolinea come la riduzione indiscriminata di fondi agli enti di ricerca, scientifici umanistici e ambientali, comprometterà importanti progetti e che i tagli previsti in tre anni ammontano a 210 milioni di euro (33.147.093 nel 2012 e 88.392.247 per il 2013 e 2014). A questa situazione fanno da contraltare gli stanziamenti al settore dell'autotrasporto che prevedono fondi per 400 milioni di euro per il 2013, che si aggiungono ai 400 già stanziati negli ultimi anni, ogni anno. Nell'emendamento si propone dunque di recuperare dal fondo per l'autotrasporto i soldi per la ricerca in modo da riequilibrare il sacrificio.

"Chiediamo più equità e più lungimiranza - aggiunge il presidente di Legambiente - perché se bisogna tagliare è assurdo e miope azzerare la ricerca che va a beneficio di tutti e contribuisce alla crescita e al prestigio dell'Italia e sostenere in modo così generoso il trasporto delle merci su strada che al contrario contribuisce all'inquinamento dell'aria e all'aumento delle emissioni di CO2 per le quali dovremo pagare pesanti multe se l'Italia sforerà i limiti dettati dai trattati internazionali".
 

L'Ufficio stampa Legambiente

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