di Filomena Pucci

Paola direttore operativo di una società di charter, Carlo broker finanziario si sono uniti e hanno creato una scuola di cibo italiano, in cui insegnano a fare la spesa, cucinare e mangiare italiano. Bella, elegante e semplice, insomma un'idea che funziona.

Dopo anni di lavoro nella gestione di enormi budget e nella gestione di altrettante grandi responsabilità e tensioni i due amici hanno deciso di trasformare la loro vita professionale. "Mi piaceva il mio lavoro, non sono una ansiosa certo che dovendo recuperare un aereo guasto in un aeroporto in sud  Africa, che aveva accumulato 16 ore di ritardo sulla partenza, cominciavo a sentire sulle miespalle il peso dei 300 passeggeri in attesa."

Racconta Paola, ormai cooking chef della piccola impresa che ha creato un anno fa con Carlo. "Per me invece era un momento difficile, molti aspetti della mia vita personale e professionale sembrava stessero andando in crisi. Dopo anni di lavoro altamente specializzato avevo lasciato perché non credevo più nelle vere possibilità di quello che facevo, ma dovevo reagire perché uno stipendio serve a tutti, così ho proposta a Paola quest'idea."

Paola e Carlo sono cognati, ma sono le esperienze fatte in passato che hanno reso condivisibile quest'idea. "Amo cucinare da sempre, sono accudente e il cibo era il mio modo di prendermi cura della mia famiglia e di me. Spesso quando tornavo a casa la sera tardi, aspettavo che l'impasto del pane fosse pronto anche fino alle due di notte per poi infornarlo la mattina dopo, prima di correre fuori casa. L'odore del pane mi faceva bene, mi rilassava e me lo portavo dietro per tutta la giornata."

L'idea che hanno creato insieme è semplice ma confortevole. Un'associazione culturale, una casa in cui gli invitati si incontrano e decidono il menù, poi scendono al mercato a comprare gli ingredienti e tornano a casa ad imparare come cucinarli. Infine a tavola tutti insieme.

"Food and beverage sono sempre ai primissimi posti delle imprese più sicure sulle quali puntare per fare impresa" dice l'esperto di finanza, "sì, l'idea della cucina era nuova per noi, ma abbiamo saputo sostenerla usando le nostre esperienze precedenti. Certo, io non vendo più azione né Paola vende aeroplani, ma il modo in cui abbiamo montato la nostra impresa ha tenuto conto delle nostre conoscenze sulla vendita e la gestione."

"Il cibo è da sempre elemento fondante della mia famiglia, le mie nonne una siciliana e l'altra toscana mi hanno insegnato tutto. Per me sono le mie radici e è per me molto rassicurante. Oggi mi sento bene ogni mattina che mi sveglio, vado a letto stanca ma sento che adesso la mia vita è in armonia con tutte le mie necessità umane: emotività, creatività, e soddisfazione." continua Paola.

Infatti oltre all'indiscusso piacere di cucinare, le esperienze umane legate all'incontro di persone sempre nuove sono per loro il valore aggiunto di questo nuovo lavoro. "Intorno al bancone su cui si cucina noi raccontiamo i cibi, l'Italia e le tradizioni, loro ci raccontano le loro vite. Come le famiglia suadita, padre, madre e tre figlie, che volevano studiare il cibo italiano prima di aprire un ristorante italiano nella loro, ma che durante la preparazione dei ravioli, hanno interrotto tutto per il tempo di mettersi a pregare nella stanza accanto. Oppure la bambina americana che nel vedere la pasta uscire dalla macchina a manovella per fare gli spaghetti ha urlato entusiasta: oh, it's snowing spaghetti."

"Ho imparato a cucinare a 51 anni ma la cosa che più mi stupisce ancora è che adesso, per il mio lavoro mi fanno addirittura un applauso, cosa che in trent'anni di lavoro in finanza non mi era mai successo. Nemmeno quando ho fatto guadagnare milioni." Chiude Carlo commosso e emozionato.

http://filomenapucci.wordpress.com/

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