La ricchezza del Vaticano II

Mandato della Chiesa è predicare verità e giustizia anche contro i potenti

I documenti del Concilio Vaticano II contengono una ricchezza enorme per la formazione delle nuove generazioni cristiane. Benedetto XVI - a Frascati ieri, domenica 15 luglio, per la sua trentesima visita pastorale in Italia - è tornato a ribadire l'importanza di quel forte periodo che la comunità cristiana si accinge a vivere, a partire dal prossimo mese di ottobre, quando a cinquant'anni dall'assise ecumenica inaugurerà l'Anno della fede e il Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione.

È stata un'omelia ricca di contenuti quella pronunciata dal Papa durante le messa celebrata nella cittadina tuscolana. Ha ricordato la responsabilità di quanti Gesù chiama direttamente a collaborare alla sua missione, i quali non dovranno mirare mai a un'accoglienza favorevole o al denaro e qualora respinti devono continuare «a predicare ciò che Dio dice e non ciò che gli uomini vogliono sentirsi dire». La Chiesa, ha aggiunto, «non predica ciò che vogliono sentirsi dire i potenti»; non cerca applausi né potere umano. Il suo unico criterio «è la verità e la giustizia».

La missione apostolica, ha ripetuto, deve sempre comprendere «la predicazione della Parola di Dio e la manifestazione della sua bontà con gesti di carità e di servizio». Per ciò è molto importante la formazione dei cristiani, in particolare dei giovani. Non a caso Benedetto XVI prima di guidare la preghiera mariana dell'Angelus a Castel Gandolfo ha riproposto la visione storica di san Bonaventura da Bagnoregio e lo stile di vita di san Francesco d'Assisi, sottolineando che l'opera di Cristo e della Chiesa progredisce sempre.

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