Sana'a/Roma - Per evitare nuove vittime causate da mine e ordigni inesplosi nel sud dello Yemen, urgono sforzi concertati da parte delle autorità e delle organizzazioni specializzate. Nelle ultime quattro settimane - spiega l'organizzazione medico umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF) - il personale del centro di chirurgia d'emergenza di MSF ad Aden, ha costatato un forte aumento del numero delle vittime di mine e ordigni inesplosi, provenienti dalle città di Jaar e Lawdar. MSF ha curato 19 pazienti in meno di quattro settimane, undici dei quali erano bambini sotto i 14 anni.
"Abbiamo ricevuto 10 casi il mese scorso, tre dei quali sono morti a causa delle ferite", dichiara il coordinatore medico di MSF in Yemen, l'italiana Claudia Lodesani. "La scorsa settimana, altri 9 pazienti sono arrivati dal governatorato di Abyan, tutti bambini, e molti erano in pericolo di vita".
La maggior parte di questi pazienti ha subito gravi fratture agli arti che richiedono un intervento chirurgico d'emergenza e una riabilitazione a lungo termine. In alcuni casi, la vita dei pazienti è stata irrimediabilmente compromessa, come per Ahmed Jamal*, 12 anni, di Jaar, le cui ferite erano così gravi che si è reso necessario amputare entrambe le gambe.
Centinaia di famiglie sfollate sono tornate nelle loro case nelle città meridionali di Jaar, Lawdar e Zinjibar dopo la fine dei combattimenti, il mese scorso. Molte aree sono state però contaminate da mine potenzialmente fatali e ordigni inesplosi e non vi è sufficiente consapevolezza da parte dei residenti circa la necessità di prendere le giuste precauzioni per evitare nuove vittime.
"Questi esplosivi rappresentano un rischio immediato e una minaccia per la vita delle persone, in particolare dei bambini che giocano inavvertitamente vicino alle zone interessate", prosegue Claudia Lodesani.
E' fondamentale che i residenti prendano ulteriori precauzioni per proteggere se stessi e le loro famiglie, rimanendo lontani dalle aree dove possono trovarsi le mine antiuomo e avvertendo le autorità nel caso in cui si trovino dispositivi di natura sospetta.
Nonostante i continui sforzi delle autorità nazionali e locali per bonificare queste aree ed educare le comunità ai pericoli delle mine e degli ordigni inesplosi, MSF è preoccupata che, senza un maggiore sostegno da parte della comunità internazionale e delle organizzazioni specializzate, il numero delle vittime continui ad aumentare.
MSF lavora in Yemen dal 1986 e ininterrottamente dal 2007. Oltre ai governatorati di Aden, Ad-Dhali, Abyan e Al-Baydha, l'organizzazione svolge attività chirurgiche e mediche nei governatorati di Hajjah e Amran, nel nord del paese. In Yemen, MSF non accetta finanziamenti da nessun governo e fa affidamento esclusivamente a donazioni private.
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* Il nome del paziente è stato modificato per questioni di privacy.