«Il ragionamento della Francia uguale al nostro: Tav troppo costosa e soprattutto inutile»

Maurizio Tropeano

Si potrebbe definire la rivincita dei montanari. Luigi Casel, uno dei leader della protesta No Tav, la mette giù così: «La tesi della Corte dei conti francese e il progetto di revisione del governo di Parigi dimostrano che non siamo quattro montanari scemi che da più di vent'anni si oppongono a quest'opera inutile. Il ragionamento del governo francese è uguale al nostro: la Tav costa troppo e soprattutto è inutile visto il calo vertiginoso del traffico merci tra Italia e Francia».

Casel non fa il minimo sforzo per nascondere l'assist di Parigi alla mobilitazione del movimento: «Esce rafforzata la nostra posizione che chiede un confronto istituzionale con il governo e gli enti locali non per discutere dove e come fare l'opera, ma se realizzarla davvero». Del resto in queste ore la sinistra italiana, da Vendola a Ferrero al verde Bonelli, chiede di sospendere la realizzazione dell'opera. E Beppe Grillo su Twitter la mette giù così: «La Francia ha portato le stesse ragioni del movimento. Incarcereranno anche Hollande la prossima visita in Italia?».

Chiaro il riferimento al processo in corso al tribunale di Torino contro 45 attivisti del movimento accusati per gli scontri del 3 luglio dell'anno scorso a Chiomonte.

Ed è proprio a fianco della centrale elettrica del piccolo paese valsusino che dalla metà di giugno il movimento ha organizzato un campeggio di lotta che indubbiamente riceverà nuova linfa. Sui siti del movimento rimbalzano gli sfottò nei confronti di Virano e si fanno le prime analisi. «Non ci aspettiamo nulla - si può leggere su Notav.info -, del resto viviamo le politiche di un governo che taglia solo e alimenta l'austerity senza mai prendere in considerazione la cancellazione di questo enorme spreco di denaro pubblico. Però siamo soddisfatti, le nostre ragioni sono lì a disposizione di quanti hanno voglia di fare due conti». E si aggiunge: «Il banchetto imbandito incomincia a traballare e, come ripetiamo da tempo, di scontato non c'è nulla». La tesi di Casel è che le ragioni del No stanno diventando sempre più «popolari e attuali anche nel fronte politico dove alla fine c'è una ristretta cerchia di ultras che fa capo a pezzi del partito democratico». Sandro Plano, presidente Pd della Comunità Montana Valsusa/Val Sangone, è il numero 1 del fronte istituzionale contro il supertreno, e sottolinea «l'effetto dirompente» della presa di posizione del governo francese. Il motivo? «Il calo del traffico delle merci, tanto per fare un esempio, è uno degli argomenti spiega Plano - con i quali noi sosteniamo da sempre l'inutilità di quest'opera». E aggiunge: «Per questo e per altri motivi - dai costi eccessivi alla necessità di spendere i fondi per affrontare la crisi - abbiamo sempre chiesto al governo italiano un ripensamento». E adesso che «le nostre tesi sono diventate le stesse sostenute dal governo del socialista Hollande sarebbe auspicabile un ripensamento da parte italiana».

Antonio Ferrentino, sindaco di Sant'Antonino e uno dei leader della protesta negli anni scorsi, è appena uscito da Sel per aderire al Pd invita alla cautela: «Credo si tratti di forzature giornalistiche. Il governo francese sta rivedendo la realizzazione delle reti interne su un'analisi costi e benefici e non sembra mettere in discussione la realizzazione della Torino-Lione».

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