di Fabio Ciconte, direttore Ufficio Attivismo Amnesty International Italia.

Ci siamo quasi. Laura, Daniele e io siamo atterrati a Lampedusa da qualche ora per preparare le ultime cose prima dell'inizio del I° Campeggio internazionale per i diritti umani.

Per ora il campeggio è vuoto, dalla terrazza del bar si vede il mare, fa caldo ma è così ovunque, qui però si sopporta meglio.

Tra qualche giorno arriveranno 80 persone da 20 paesi diversi, si parleranno 7 lingue, proveremo a parlarne una comune.

Una settimana di incontri, laboratori, gruppi di lavoro, approfondimenti sul tema dell'immigrazione, dialogo con le istituzioni e associazioni locali, per concludere con una mobilitazione finale e ribadire che i diritti umani non si respingono.

È così il Mediterraneo, grazie a questa splendida lingua di terra di 20 km2 in mezzo al mare,  torna a essere idealmente punto di incontro tra due sponde opposte, quella europea e quella africana.  Dopo l'esperienza analoga dello scorso anno, con questo campeggio vogliamo rivivere lo stesso spirito, capire cosa è successo davvero a Lampedusa rispetto a quanto è stato raccontato dai media mainstream. Ma per capire è importante conoscere e per conoscere è necessario esserci a Lampedusa, parlare con i suoi abitanti.

Le cose che mi hanno colpito quando sono venuto qui per la prima volta, quando sull'isola c'erano più di 6000 migranti,  sono state l'invasione di giornalisti, polizia ed esercito - sembrava di essere in un territorio di guerra -  e la solidarietà dei lampedusani: guardando la televisione, leggendo i giornali, mi era stata mostrata una situazione molto diversa, non un'isola ma un inferno dove i "clandestini" erano tutti criminali e gli abitanti  "sceriffi" disposti a farsi giustizia da soli per salvare le loro famiglie dal presunto pericolo.

Eppure Lampedusa, vista da vicino, è molto diversa da come è stata raccontata, lo spirito di solidarietà ha prevalso mentre è stata la risposta delle istituzioni italiane ad arrivare con estremo ritardo, anche se si sapeva benissimo cosa stava succedendo sull'altra sponda del Mediterraneo.

In questo momento la situazione sull'isola è sotto controllo ma non si sa cosa succederà nei prossimi mesi.
Pensiamo sia necessario tornarci a Lampedusa, raccontare e condividere questa esperienza, perché il campeggio sarà un'opportunità di attivismo e di partecipazione importante per conoscere e far conoscere. Attraverso le pagine di questo blog e grazie ai social network, racconteremo  quotidianamente quello che succede. Lo faremo in diverse lingue e con diverse voci, ognuno raccontando il proprio punto di vista.
Noi siamo quasi pronti, lo saremo ancora di più se voi ci seguirete commentando e condividendo questo viaggio che sta per iniziare.

Intanto firmiamo l'appello per chiedere all'Italia di mettere da parte gli accordi con la Libia sul controllo dell'immigrazione!

http://www.amnesty.it/Italia-Libia-controllo-immigrazione

Partner della formazione

ConfiniOnline fa rete! Attraverso la collaborazione con numerosi enti profit e non profit siamo in grado di rivolgere servizi di qualità a costi sostenibili, garantendo ampia visibilità a chi supporta le nostre attività. Vuoi entrare anche tu a far parte del gruppo?

Richiedi informazioni