«Dopo svariate denunce da parte di associazioni e sindacati, finalmente il governo garantisce il rispetto dei diritti di tutti i lavoratori e la dignità dei migranti extracomunitari». Così il presidente Focsiv, Gianfranco Cattai, commenta la notizia sul nuovo decreto legislativo che recepisce la direttiva europea sui lavoratori stranieri.
di Sara Garnero
Il 6 luglio il Consiglio dei ministri ha varato in via definitiva la direttiva europea UE2009/52/CE sulle "norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare".
Sino ad ora, secondo la legge Bossi-Fini, chi dava lavoro a un immigrato senza permesso era punito con l'arresto da tre mesi a un anno, e una multa di 5.000 euro per ogni lavoratore impiegato, mentre per quest'ultimo era prevista l'espulsione. Con il nuovo decreto le pene aumentano per i datori di lavoro da un terzo alla metà, se i lavoratori sono più di tre, se sono minori con meno di 16 anni, o se sono sottoposti a "condizioni di grave pericolo", nell'eventualità di particolare sfruttamento. In questi casi, l'immigrato che denuncia il suo datore di lavoro potrà avere un permesso di soggiorno per motivi umanitari della durata di sei mesi rinnovabili. Il decreto prevede inoltre una fase transitoria, entro la quale i datori volontariamente potranno denunciare i loro dipendenti irregolari, avviando il processo di messa in regola senza incorrere nelle sanzioni più gravi.
«La norma di recepimento della direttiva UE del 2009 è un primo segnale in un'ottica di maggiore giustizia sociale - dichiara il presidente Focsiv, Gianfranco Cattai -. Dopo svariate denunce da parte delle associazioni e dei sindacati, finalmente il Governo ha preso un impegno per garantire il rispetto dei diritti di tutti i lavoratori e la dignità dei migranti extracomunitari».
«Un barlume di luce, che servirà da deterrente», è il commento di don Pino de Masi, responsabile calabrese di Libera, di fronte alle nuove norme contro il caporalato. «Oggi comincia a cambiare qualcosa per Rosarno e per i tanti Rosarno d'Italia, con queste leggi che considerano finalmente il migrante una persona umana».
Secondo i dati della Cgil per l'agroindustria, l'edilizia e il legno, sono più di mezzo milione i lavoratori sfruttati e privati di qualsiasi diritto, vittime del caporalato.
«La difficoltà a ottenere il permesso di soggiorno è stata da sempre la causa principale di sfruttamento», dice Felice Belisario, capogruppo IdV al Senato. «Da questo provvedimento, dovuto, ne guadagna tutto il paese che, in un momento di enorme difficoltà, ha bisogno di coesione sociale».