Da uno stabilimento per la lavorazione della carne di maiale abbandonato a una fattoria-laboratorio dove un gruppo di giovani ambientalisti americani sperimenta tecniche di agricoltura verticale...
Branchi di pesci della specie tilapia nuotano in vasche con acque pulite dalle radici di una pianta dalle foglie verdi che si alimentano di azoto e di altre sostanze nutritive contenute nelle deiezioni dei pesci; il panificio sarà presto in grado di far funzionare il forno con gli scarti della lavorazione della birra; il prossimo anno ci sarà un generatore che può convertire il compost in bio-gas per alimentare le luci e l'aria condizionata: storie di ardita sperimentazione ambientalista che sono nate aChicago in un vecchio stabilimento industriale - oggi semplicemente The Plant - per la lavorazione della carne di maiale, acquistato da John Edel nel 2010 per 525 mila dollari, e destinato a trasformarsi in una fattoria verticale. I quattro piani dell'edificio da 93.500 metri quadrati hanno muri di mattoni solidi per mantenere la carne di maiale fresca, un sistema elettrico aggiornato di recente ed grandi quantità di cibo inscatolato e altri materiali che Edel e i suoi collaboratori intendono sfruttare. Inoltre sono riusciti a garantirsi una sovvenzione dallo stato dell'Illinois da 1,5 milioni di dollari per contribuire a pagare per il generatore di bio-gas, ottenendo - con estrema difficoltà - anche i permessi per vendere il cibo prodotto dalla fattoria.
Una storia che arriva dall'agenzia Afp cui Edel dice: «Quello che stiamo cercando di fare è insegnare alla gente che c'è un modo migliore per produrre. Il cammino che stiamo percorrendo in questo momento è insostenibile. Dobbiamo fare qualcosa e dobbiamo farlo in fretta...». L'idea è di puntare sull'agricoltura verticale, fino a ieri considerata troppo costosa per la necessità di costruire e riscaldare edifici o serre multipiano, in presenza di terreni agricoli economici, abbondanti e fertili.
Ma qualcosa sta cambiando e, secondo Dickson Despommier, professore di salute pubblica alla Columbia University e autore di The Vertical Farm, i benefici potenziali di queste tecniche sono enormi. L'agricoltura interna eliminerebbe infatti la necessità di pesticidi ed erbicidi dannosi proteggendo le colture dalla siccità, da gelate precoci e tempeste. Si può anche drasticamente aumentare la resa per ettaro impilando fattoria in cima ad azienda di trasformazione, e coltivare cibo nelle città dove si consuma si abbattono i consumi dei carburanti e le emissioni da trasporto. Il problema attuale rimane però il costo.