Un lungo vertice di nove ore. Poi la firma dell'accordo tecnico. Stanziati anchei primi 30 miliardi per sostenere le banche spagnole
di Ilaria Molinari
Dopo nove ore di un vertice fiume che aveva fatto pensare a una fumata nera dell'Eurogruppo, alla fine è arrivato l'accordo tecnico. La zona dell'euro avrà il suo muro anti-spread, un meccanismo per fermare la febbre degli spread e la speculazione dei mercati ed aiutare i paesi virtuosi che ne faranno richiesta a tenere sotto controllo l'andamento dei rendimenti dei loro titoli di Stato. Come? Comprandoli e vendendoli (e dunque calmierando la situazione) attraverso i fondi permanente e temporaneo noti ormai con i nomi di Esm ed Efsf.
E infatti il fondo salva stati e la Bce hanno firmato un accordo tecnico che prevede come l'istituto di Francoforte sia l'agente dell'Efsf-Esm per l'acquisto dei titoli di stato sul mercato, in funzione anti spread. Si comporterà, cioè, come un normale operatore, entrando, comprando e vendendo in modo tale da creare un effetto calmante sulle quotazioni dei titoli spesso sotto scacco delle ondate specualtive dei mercati.
''La Bce potrà intervenire sui mercati secondari a nome e per conto dell'Efsf'', ha spiegato l'amministratore delegato del fondo, il tedesco Klaus Regling. Ciò significa che il bilancio della Bce non verrà intaccato e i rischi e benefici saranno in conto del fondo.
A questo primo importante risultato, si aggiunge il secondo e riguarda la Spagna. Il Paese di Mariano Rajoy riceverà una prima tranche di aiuti di 30 miliardi di euro entro la fine del mese
per la ricapitalizzazione delle sue banche in crisi e avrà un anno in più di tempo per riportare il proprio deficit sotto la soglia del 3%: i target sono stati fissati al 6,3% nel 2012, al 4,5% nel 2013 e al 2,8% del Pil nel 2014.
Resta il mistero Grecia che, a quanto riportato dal Presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Junker, non avrebbe fatto "nessuna richiesta". Diversa invece la situazione di Cipro: i negoziati per il programma di aiuti al piccolo Paese Ue sono stati fatti slittare e dovrebbero essere conclusi entro settembre.
Nonostante le resistenze della Finlandia, le reticenze dell'Olanda e i dubbi della Germania, l'eurozona alla fine si è mossa per tentare di stabilizzare i mercati, oltre che verso la creazione in tempo medio lunghi di un'unione bancaria e fiscale.
L'Eurogruppo si riunira' ancora il 20 di luglio e poi ancora in settembre.