A rischio l'assistenza domiciliare di Asl, ospedali e guardie mediche.

PAOLO RUSSO

La spending review minaccia di lasciare a terra medici di guardia, addetti all'assistenza domiciliare di anziani e disabili, veterinari e psichiatri pronti a correre quando c'è un'emergenza. La trappola che taglia il 50% delle spese anche per le auto «grigie» di Asl e ospedali è contenuta nell'articolo 5, comma 2 del decreto pubblicato in Gazzetta. Li si specifica che «a decorrere dall'anno 2013, le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'Istat?non possono effettuare spese di ammontare superiore al 50 per cento della spesa sostenuta nel 2011 per l'acquisto, la manutenzione, il noleggio e l'esercizio di autovetture». E in quell'elenco figurano anche Asl e Ospedali, con le loro 2.073 auto «blu», riservate a manager e dirigenti ma, soprattutto, con il parco di 16.505 vetture «grigie» adibite a servizi essenziali per gli assistiti. E niente scappatoie con i buoni taxi perché il taglio vale anche per quelli. L'unica deroga è concessa "per i contratti pluriennali già in essere". Ma scaduti quelli si taglia.

«Speriamo si tratti di una svista da correggere subito in fase di conversione del decreto. Non credo che il legislatore pretenda che gli infermieri vadano a fare assistenza a domicilio con il bus, che nella mia zona caratterizzata da piccolissimi comuni non abbiamo nemmeno», commenta il Presidente delle Federazione di Asl e Ospedali (Fiaso), Giovanni Monchiero. «E' una cosa senza logica, che bloccherebbe in tutta Italia servizi essenziali alla persona perché quelle auto servono per fare assistenza, non per portare a spasso i dipendenti delle Asl», dichiara allarmato.
«In sostanza si mettono a rischio le attività del territorio che andrebbero invece potenziate, visto che sono l'unica alternativa possibile al taglio dei posti letto e dei ricoveri», puntualizza il Segretario nazionale della Cgil medici, Massimo Cozza. Che parla di «ennesimo colpo, nascosto, alla sanità pubblica».

Ma a chiarire meglio l'impatto di un taglio del genere è chi lavora «sul campo». «Come medici di guardia garantiamo l'assistenza a domicilio quando lo studio del medico di famiglia è chiuso» spiega Gennaro Chiurco della Asl di Cosenza. «Per contratto dovremmo usare l'auto aziendale, in realtà mettiamo a disposizione la nostra per un litro di benzina verde ogni ora di servizio. Se ci levano anche quello per duemila euro al mese restiamo a casa».

Una svista o no lo si vedrà in fase di conversione in legge del decreto, che potrebbe subire più di una modifica se entro la fine del mese Balduzzi riuscirà a trovare un accordo con le Regioni a saldi invariati.

Il taglio alle auto di Asl e ospedali non sembra però casuale, visto che dalla sforbiciata vengono esentate forze dell'ordine, vigili del fuoco, e, in extremis, gli uomini con le stellette. Il sospetto è che si sia lasciata andare la mano di fronte alla sperpero di alcune asl per le auto «blu».

Ci sono aziende abruzzesi dove si viaggia in Audi, mentre nella indebitata Campania vanno per la maggiore le Mercedes. E poi ci sono 85 auto con autista stipendiato Asl mentre altrove si risparmia con i taxi. Una mappa degli sprechi a macchia di leopardo che non spiega però il taglio alle auto grigie «amiche» dell'assistito.

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