I prestiti per l'acquisto delle abitazioni calano del 47%. La ripresa solo nel 2014
di Massimo Morici

Gli italiani non investono più nel mattone. Non perché la casa abbia perso quell'appeal di porto sicuro, ma per il numero degli italiani che possono permettersela. Lo dimostrano, accanto alle numerose analisi degli ultimi mesi, anche i più recenti dati dell'Osservatorio sul credito al dettaglio di Assofin, CRIF e Prometeia, giunto alla 32esima edizione, che segnalano una flessione del 47% delle erogazioni di mutui immobiliari per acquisto di abitazioni.

Calano anche le erogazioni di credito al consumo (-2,2% nel 2011 e -11% nei primi tre mesi del 2012), sempre secondo l'Osservatorio, che però dovrebbero tornare a crescere nel 2014, pur se a ritmi modesti (+1,4%), mentre crollano gli altri mutui (per ristrutturazione, liquidità, consolidamento del debito, surroga e sostituzione) che dopo il -24,9% del 2011, nei primi tre mesi del 2012 fanno registrare addirittura una contrazione delle erogazioni dell'80% rispetto allo stesso periodo del 2011.

Italiani, investitori prudenti
Le famiglie non investono e non spendono, ma non sono andate ancora in rosso. L'ennesima conferma, dai dati dell'Osservatorio, della prudenza tutta italica negli investimenti: a fronte di una diminuzione delle richieste di prestiti, infatti, il tasso di default del mercato del credito alle famiglie, ossia l'indice che misura le nuove sofferenze e i ritardi di sei o più rate nell'ultimo anno di rilevazione, è sostanzialmente stabile al 2,1% a fine marzo 2012 dall'1,8% degli inizi del 2007, periodo pre - crisi, mentre il tasso di default dei mutui è fermo da settembre 2011 all'1,6%, una percentuale di poco superiore all'1,2% di fine 2007.

Banche: stretta sui mutui
Stando alle previsioni dell'Osservatorio sul credito, a fronte di prospettive di ripresa economica modeste la domanda di credito nei prossimi anni rimarrà ancora molto debole e caratterizzata da "politiche di offerta particolarmente selettive, orientate al mantenimento della qualità del credito e alla necessità di conseguire il rafforzamento patrimoniale".  

In altre parole, sarà sempre più difficile contrarre un mutuo in banca visto che la "rischiosità del credito al dettaglio nel prossimo triennio è prevista in crescita". Di conseguenza, stando all'Osservatorio, le consistenze di credito al consumo alle famiglie registreranno una riduzione significativa nel corso del 2012 (-2,7%), in leggera attenuazione nel 2013 (-1,4%), mentre quelle dei mutui sono attese in rallentamento nei prossimi mesi fino ad arrestarsi alla fine del 2012 (+0,3%).

Per vedere la ripresa, bisognerà aspettare la fine del 2013, quando "con il lento riattivarsi della spesa delle famiglie le consistenze di credito al consumo dovrebbero ritornare a crescere pur se a ritmi modesti (+1,4%)" e "i prestiti per acquisto di abitazioni dovrebbero riprendere un modesto trend di espansione dello stock (rispettivamente +1,3% nel 2013 e +1,5% nel 2014)".

Del resto l'indice Fiups, il termometro sul sentiment dell'immobiliare italiano di Federimmobiliare, Università degli Studi di Parma e Sorgente Group, ha mostrato solo un leggerissimo miglioramento alla fine del primo quadrimestre da 16,70 a 16,91: insomma, è ancora presto per vedere i venti favorevoli. Sempre che tornino a soffiare.

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