Antonio Bucci
Davanti ai dati, nemmeno da Trenitalia hanno potuto smentire: sulla dorsale adriatica c'è il 44% di collegamenti ferroviari in meno, rispetto alle riduzioni del 3 e 4% dei treni regionali al Centro e al Nord. La vertenza delle Regioni meridionali sul contratto Universale di servizio, e la battaglia per i notturni, arrivano sul tavolo del Ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca (lo stesso sul quale continuano a rincorrersi voci di potenziali candidature alle primarie del Pd, ma è un'altra storia).
Su quel tavolo era già giunto il dossier della Giunta regionale pugliese sull'intero sistema, cui era seguito un secondo, con tanto di valutazione dello spazio di manovra per la riorganizzazione dell'asset nazionale e proposte di razionalizzazione. "Per battere il leghismo ferroviario", aveva detto l'assessore Guglielmo Minervini, a Roma insieme ai colleghi di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, ai rappresentanti sindacali e alla rappresentanza di Trenitalia. Non c'era il superministro Corrado Passera, ma di lì a poco incombeva il Consiglio dei Ministri fiume sulla spending review. Tema della trasferta, lo stato di attuazione del contratto per il servizio di Trenitalia di media e lunga percorrenza 2009/2014, per onorare il quale i fondi sono diminuiti da 300 a 220 milioni.
Troppo pochi, tanto che l'Ad Mauro Moretti, nel giugno scorso, aveva subito messo in guardia senza mezzi termini: "O si aumentano le tariffe o i contributi oppure non si può andare avanti. Non so cosa farà l'Authority. L'unica cosa che possiamo fare noi è interrompere il servizio, cosa che comporta una denuncia. Ci denuncino pure e poi vediamo cosa succede", anche se l'ex numero uno di Banca Intesa non si era lasciato impensierire: "Di treni locali ci stiamo occupando già abbastanza". Barca rilancia ed annuncia una piccola rivoluzione in quanto a monitoraggio dell'offerta: "I dati non verranno più forniti a livello nazionale ma per singole aree, così da poter verificare la differenza nel servizio", che poi è il preludio alla riprogrammazione "in prima persona" dei collegamenti e ad un cambio di pesi e contrappesi nelle decisioni. E a dare la stretta sui tempi contribuirà certo la definizione dell'allegato al contratto di servizio, la cui approvazione è prevista entro dicembre dal Cipe.
"Per la prima volta un Governo vuole prendere le sue responsabilità e affrontare la grande questione nazionale dei collegamenti ferroviari sul terreno della programmazione politica. Ora ci attendiamo vada fino in fondo", auspica soddisfatto l'assessore pugliese. E motivo di soddisfazione è anche l'ammissione, stando alle cronache dell'assemblea, da parte di Vincenzo Soprano di Fs: "Ci sono pesanti sperequazioni tra Nord e Sud". Come sulla tratta Ventimiglia - Milano di circa 280 km, sulla quale transitano 10 coppie di treni al giorno, ben quattro in più di quante ce ne siano nella tratta da Lecce o da Bari fino a Bologna. E non va meglio su altre tratte come la La Spezia-Milano, che peraltro copre la distanza di un regionale. "Ma la politica di trasporto ferroviario è competenza della politica o del gestore?", aveva chiesto il Governatore Vendola al varo del dossier. Tempo fino a dicembre per riprogrammarla. Poi, presumibilmente, sarà ancora battaglia.
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