Il sì della Giunta riconosce il diritto di gioco dei più piccoli negli spazi comuni delle abitazioni milanesi. "Scendi giù a giocare?" La sessione di Play potrà finalmente aspettare. I cartelli "Vietato giocare" che campeggiano in molti cortili degli stabili milanesi hanno, infatti, le ore contate.

La delibera di Giunta approvata venerdì scorso dal Comune, su proposta dell'assessora alla Qualità della Vita e Tempo libero Chiara Bisconti, modifica l'articolo 83 del Regolamento di Polizia urbana, inserendo l'83 bis che riconosce ai bambini il diritto di giocare nei cortili, nei giardini e nelle aree scoperte delle abitazioni,"salve le fasce orarie di tutela della quiete e del riposo" che saranno stabilite autonomamente dai regolamenti condominiali.

Cortili e aree comuni che oggi sono più che altro luoghi di passaggio, deserti o parzialmente occupati dalle auto, torneranno spazi di gioco e di socializzazione come un tempo, quando si andava "giù" senza bisogno di essere accompagnati e nonni e mamme ci controllavano buttando un occhio dalla finestra.

C'è da giurarci che più d'uno storcerà il naso e che la partita di pallone delle quattro di pomeriggio o qualche schiamazzo, seppure nelle ore consentite, scatenerà l'ennesima lita condominiale tra chi ha figli e chi no o, come accade spesso, ha dimenticato di averli avuti. Vero è che una volta che la delibera sarà approvata anche dal Consiglio, tutti i condomìni dovranno adeguarsi e "qualora l'assemblea condominiale si rifiutasse" - ha precisato l'assessore Bisconti - "i genitori potranno fare ricorso al Tar, con un nuovo strumento a loro favore».

Era ora che dopo il via libera al posteggio delle biciclette, arrivasse anche quello che apre i cortili al gioco dei più piccoli, condòmini a tutti gli effetti al pari degli adulti.
Prima di Milano, è stata Torino a dare il buon esempio. Qui la "liberazione dei cortili" è avvenuta già nel 2006 con la differenza, però, che il Comune ha stabilito gli orari di riposo in cui il gioco deve essere sospeso, mentre a Milano ogni palazzo si darà le sue regole. La loro esperienza potrebbe essere seguita presto anche da Bari, che ancora deve farsi perdonare di aver vietato due anni fa il gioco "ai maggiori di sei anni" in alcune piazze del centro storico.

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