Dopo la conferenza svoltasi sabato a Ginevra, c'è stato "un cambio" di posizione da parte di Russia e Cina, finora alleati del regime siriano. Così Ahmed Fawzi, portavoce dell'inviato di Onu e Lega Araba, Kofi Annan. "Molte forze hanno unito le loro mani qui
sabato. "Non sottovalutate il cambio soprattutto da parte di Russia e Cina", ha esortato il portavoce.
L'opposizione lascia Il Cairo
Il Consiglio Generale della rivoluzione siriana, gruppo dell'opposizione al regime di Bashar al-Assad, ha abbandonato i lavori della Conferenza del Cairo che si dovrebbero concludere oggi nella capitale egiziana. In un comunicato diffuso dal gruppo sul suo sito Web si legge che "mentre aumentano le violenze del regime di Assad che compie stragi contro il nostro popolo, mentre la comunità internazionale vive una fase di impasse nonostante la conferenza di Ginevra, siamo riuniti al Cairo per parlare dell'unità dell'opposizione siriana, ma sono solo parole e non facciamo che
rafforzare la situazione di stallo che si è venuta a creare".
Gulag Damasco
In Siria migliaia di detenuti vengono seviziati: è un vero e proprio "arcipelago della tortura". A denunciarlo, il gruppo umanitario Human Rights Watch, secondo cui vi sono 27 prigioni in tutto il paese dove i detenuti hanno testimoniato di aver subito maltrattamenti e torture. Spesso i prigionieri hanno raccontato di esser stati "colpiti e bastonati". Fra le torture subite anche quella di "rimanere in posizioni dolorose per lunghi periodi di tempo, l'uso dell'energia elettrica, le violenze sessuali e le umiliazioni".
Mukhabarat
Gli intervistati, prosegue Human Rights Watch, hanno raccontato di centri di detenzione sovraffollati, dove il cibo scarseggia e l'assistenza medica viene negata ma, soprattutto, dove molte persone sono morte a causa delle torture subite. Secondo l'ong, oltre alle 27 prigioni - che sono gestite dalle quattro principali agenzie di intelligence note come 'mukhabarat' - il regime utilizza come centri di detenzione anche gli stadi, le scuole, gli ospedali e le basi militari.
I racconti dell'orrore
"I chiodi nelle orecchie erano la cosa più dolorosa. Impiegavano due fili collegati con una batteria da automobile per darmi scosse elettriche. E hanno usato le pistole
elettriche sui miei genitali per due volte", ha raccontato un ragazzo di 31 anni, che è stato imprigionato in un centro nella provincia nordoccidentale di Idlib.