Lo scorso 27 giugno, in occasione della riunione dell'Eurogruppo l'Assemblea Generale di Eurochild, l'associazione non profit per la promozione dei diritti dei bambini e dei giovani in Europa cui aderisce anche Ai.Bi., ha indirizzato un appello ai Capi di Stato evidenziando la convinzione che una soluzione di lungo termine della crisi e una giusta integrazione sociale saranno possibili solo se i leader della UE metteranno l'interesse dei bambini al centro delle loro decisioni.
All'unanimità le organizzazioni che lavorano con i minori e le loro famiglie in Europa esprimono preoccupazione per la mancata considerazione del benessere dei minori nel rispondere alla crisi, disinteresse che già si è riverberato in una crescente esclusione sociale delle comunità più vulnerabili.
I membri di Eurochild denunciano una domanda crescente di servizi di protezione dell'infanzia con la quale le famiglie lottano affrontando crescente iniquità e marginalizzazione. L'incremento dei problemi di salute fisica e mentale dei minori, la discriminazione, gli episodi di violenza e le tensioni familiari generate dalla crisi minacciano l'emergere di comunità sempre più fragili e di crescente iniquità sociale.
Sulla spinta di queste preoccupazioni è nato l'appello di cui riportiamo una sintesi:
1) Non si esce dalla crisi senza politiche attive di inclusione sociale
Eurochild invita i leader europei a non abbandonare le fasce più deboli. Nell'Unione Europea oggi un bambino su quattro (27%) vive nella povertà. La precarietà delle famiglie sta inoltre generando abbandoni della scuola, preoccupazioni per la salute e problematiche comportamentali. Si richiede maggiore attenzione alle giovani generazioni che pagheranno le conseguenze della crisi e rappresentano l'Europa del futuro.
2) Necessità di un budget europeo incentrato sui bisogni della gente
Per raggiungere i target di povertà definiti occorre che maggiori risorse siano dedicate all'integrazione del reddito delle famiglie, a servizi per l'impiego di qualità e al supporto delle famiglie numerose e dei genitori single. Non bisogna sottostimare i rischi dell'esclusione sociale e la partnership con la società civile è un obiettivo imprescindibile. Per questo gli Stati membri devono sviluppare un piano di coinvolgimento delle NGO nelle decisioni relative all'indirizzo delle risorse disponibili.
3) Gli obiettivi nazionali in termini di "povertà dei minori" devono essere considerati con attenzione e perseguiti da tutti gli Stati membri
Ci si attende una raccomandazione della Commissione Europea entro la fine del 2012 che possa definire principi condivisi e strumenti di monitoraggio della povertà infantile. Ci si aspetta che gli Stati membri si diano degli obiettivi nazionali garantendo adeguate risorse alle famiglie con figli, accesso a servizi di qualità, conciliazione tra lavoro e famiglia e strumenti che garantiscano la partecipazione dei minori e dei giovani alle decisioni che li riguardano.