di Monica Ricci Sargentini
Ali Hasan, 11 anni, stava giocando con due suoi amici per strada a Manama, la capitale del Bahrein, quando i poliziotti si sono avvicinati. I suoi amici sono scappati ma lui paralizzato dalla paura è rimasto fermo ed è stato arrestato per aver preso parte a un "assembramento illegale" e per aver "bloccato la strada". L'episodio è avvenuto il 14 maggio scorso. Ali ha passato un mese in prigione e dietro le sbarre ha sostenuto l'esame per il sesto grado, la classe da lui frequentata.
Una settimana fa finalmente la libertà condizionata in attesa del verdetto: "Piangevo tutto il tempo - ha dichiarato al Guardian Ali (nella foto a sinistra) -. Gli ho detto che avrei confessato qualsiasi cosa pur di tornare a casa". Ma gli agenti continuavano a interrogarlo, volevano che li aiutasse ad identificare altri ragazzini del quartiere.
Amnesty International si è detta scioccata per l'episodio: "Arrestare e interrogare un bambino di 11 anni per ore senza un avvocato è una violazione totale dei suoi diritti".
Purtroppo Ali non è stato l'unico minore a finire in prigione in Bahrein in questi mesi, i bambini sono diventati sempre più spesso le vittime degli scontri da quando è iniziata la rivolta nel febbraio del 2011 contro il regno di Hamad bin Isa al-Khalifa (sunnita). Secondo il Bahraini Center for Human Rights (BCHR) da novembre del 2011 sono stati arrestati 123 ragazzini, circa il 26,6% degli arresti totali. Sono almeno 34 i giovanissimi finiti in carcere dallo scorso aprile e circa 63 sono ancora in cella. Il 59% di questi bambini è stato arrestato durante un'irruzione in casa della polizia e la media delle detenzioni è di 91 giorni. Molti di loro subiscono abusi. Ali Hasan è stato picchiato e umiliato durante gli interrogatori.
Nel 1992 il Bahrein ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite per i diritti del bambino ma non l'ha ancora applicata nelle leggi nazionali. Lo scorso maggio la Commissione Onu per i diritti del bambino si è detta preoccupata per gli episodi di tortura nei confronti di minori e ha invitato il Bahrein a rispettare la convenzione sottoscritta.
Intanto Ali Hasan aspetta di conoscere la sua sorte: il verdetto sarà reso noto soltanto il 5 luglio. Rischia da poche settimane a tre anni di carcere.
Gli scontri e la repressione non diminuiscono. Martedì è stata ferita a una gamba da una bomboletta di gas lacrimogeno Zainab al-Khawaja, nota attivista per i diritti umani e figlia di Abdulhadi al-Khawaja, in carcere da aprile dell'anno scorso.