La situazione in Italia dal punto di vista della democrazia rappresentativa è molto preoccupante. I cittadini che dicono di avere fiducia nei partiti e nel Parlamento sono meno del 10 per cento. E quasi metà degli italiani ritiene che i partiti non siano necessari alla democrazia. La sfiducia, per non dire il disprezzo, dei cittadini nei confronti di elementi essenziali della democrazia rappresentativa dovrebbe preoccuparci tutti, perché il vuoto in politica come in natura viene presto riempito. E, come dimostra l'esperienza del secolo scorso (ma anche la cronaca di queste settimane), c'è il rischio che questo vuoto di fiducia nelle istituzioni della democrazia venga colmato da demagoghi populisti, le cui ricette ingannevolmente semplici trovano in genere ancora più ascolto da parte di popolazioni impoverite e impaurite da una crisi come quella attuale.

Dunque anche le organizzazioni del Terzo Settore dovrebbero preoccuparsi e domandarsi cosa esse possono fare per rafforzare la democrazia nel nostro Paese. La loro responsabilità in tal senso è infatti maggiore di quella di altre espressioni della società italiana, perché circa l'80 per cento degli italiani ha fiducia nel Terzo Settore (Eurispes 2011).

Il contributo che il Terzo Settore può dare per rafforzare la democrazia, intesa in senso lato come forma di partecipazione alla vita pubblica, riguarda tre profili diversi. In primo luogo la democrazia nella sua forma tradizionale, la democrazia rappresentativa. Su questo nella relazione si farà una proposta molto precisa diretta ad "incalzare" i partiti.

In secondo luogo la democrazia partecipativa e deliberativa, che integra e rafforza quella rappresentativa, che dovrebbe vedere il mondo del Terzo Settore più presente di quanto non sia stato finora.

In terzo luogo la democrazia "operante", cioè quella partecipazione alla vita pubblica che passa attraverso la cura dei beni comuni da parte dei cittadini, insieme con le amministrazioni, sulla base del principio di sussidiarietà. Anche su questo la relazione farà una proposta operativa molto precisa (e ambiziosa) che prevede una collaborazione strutturata fra il Ministero per la coesione territoriale e il mondo del Terzo Settore nelle sue espressioni organizzate, volta a creare un vero e proprio "sistema" per la cura civica dei beni comuni.

Sintesi dell'intervento di Gregorio Arena al Convegno "Non ci salveranno i mercati. Equità, responsabilità e solidarietà per un altro sviluppo" organizzato dal Forum del Terzo Settore il 28 giugno 2012.

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