di Lorenzo Bandera
Dal 27 giugno la riforma del lavoro voluta dall'Europa e messa a punto dal ministro Fornero è legge. La Camera dei Deputati ha infatti approvato in via definitiva - 393 favorevoli, 74 contrari, 46 astenuti - il disegno di legge approvato in prima lettura dal Senato lo scorso 31 maggio.
La riforma mira a razionalizzare le tipologie contrattuali attualmente esistenti, presentando il contratto a tempo indeterminato quale contratto prevalente e, allo stesso tempo, disincentivando l'utilizzo del contratto a tempo determinato attraverso un aumento dei costi per la sua attivazione. Il contratto di apprendistato, indicato come strumento privilegiato per l'ingresso nel mercato del lavoro, rivestirà pertanto un ruolo importante in un'ottica non più solamente formativa. Importanti anche le misure relative ai collaboratori a progetto, a cui dovrà essere garantito un trattamento economico minimo.
Per quel che riguarda i licenziamenti l'articolo 18, seppur inalterato nella parte relativa ai licenziamenti discriminatori, per i quali è ancora prevista la reintegrazione, ha subito modifiche riguardanti i licenziamenti disciplinari ed economici, che saranno soggetti a regimi sanzionatori in cui dovrebbe prevalere il pagamento dell'indennità risarcitoria piuttosto che il reintegro in caso di scelta illegittima da parte del datore di lavoro.
Nuove misure anche per quel che riguarda la tutela del reddito. Verrà infatti creato un unico ammortizzatore sociale (ASPI, Assicurazione Sociale per l'Impiego) in cui confluiranno le indennità attualmente previste, che tutelerà anche categorie attualmente escluse da forme di tutela, in particolare giovani e soggetti che hanno avuto brevi esperienze lavorative. Con queste misure il sistema si sposta pertanto verso un tipo di tutela maggiormente incentrata sul lavoratore in quanto tale piuttosto che sul posto di lavoro.
L'attuale disciplina per la Cassa integrazione ordinaria (Cigo) non subisce modifiche, mentre è stata parzialmente rivista quella relativa alla Cassa integrazione straordinaria (Cigs). Da un lato essa viene portata a regime in alcuni settori interessati solo attraverso misure transitorie, dall'altro ne è prevista la soppressione, a partire dal 1° gennaio 2016, in alcuni casi specificati dal testo della legge.
Novità anche in tema di inclusione lavorativa. Sono infatti previste misure volte a favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, come ad esempio il sostegno della genitorialità e il contrasto a forme di discriminazione, e il sostegno dei lavoratori anziani.