Una goccia nel mare che però potrebbe, goccia dopo goccia, dar vita a una nuovo trend. Può essere descritto così l'obbligo per i padri lavoratori dipendenti di astenersi dall'attività almeno un giorno nei cinque mesi successivi alla nascita di un figlio. La disposizione è contenuta nella legge di riforma del mercato del lavoro che è stata approvata ieri dalla Camera dei deputati con l'obiettivo di dare sostegno alla genitorialità.

Il provvedimento vuole promuovere «una cultura di maggiore condivisione dei compiti di cura dei figli all'interno della coppia e favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro». Da qui l'obbligo di astensione per un giorno dall'attività lavorativa, e, in via opzionale, di altri due giorni in sostituzione della madre durante il suo periodo di astensione obbligatoria, senza perdere nemmeno un centesimo di stipendio perché lo stesso sarà coperto al 100% da un'indennità corrisposta dall'Inps. Per usufruire dell'astensione il lavoratore dovrà avvisare il datore di lavoro almeno quindici giorni prima dei giorni prescelti.

Una goccia, si diceva, perché la normativa italiana prevede già la possibilità di usufruire del congedo parentale non obbligatorio, disponibile sia per le mamme che per i papà per un totale cumulativo di 11 mesi nei primi otto anni di età del figlio o figlia, seppur con una copertura retributiva ridotta (o pari a zero con la crescita del figlio). Una possibilità che finora è stata poco utilizzata dai genitori italiani.

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