di Maria Egizia Fiaschetti
Scienza e intrattenimento per un turismo slow, alla scoperta della Penisola: è il pacchetto ideato su misura per un gruppo di anatomisti americani da Laura Bianconcini, 40enne romana trapiantata in California. Ex executive assistant e business analyst nel settore farmaceutico, nel 2005 Laura decide di cambiare: da organizzatrice di eventi e congressi per grandi aziende a imprenditrice oltreoceano.
Complici il background come operatrice turistica e la voglia di lanciare un nuovo lifestyle: per proposte di viaggi "tailored", cuciti addosso al cliente. Risultato: la creazione di un tour operator di nicchia, "Exclusively Italian", con base a San Diego.
"Ho sempre lavorato in contesti multiculturali - racconta Laura - . Sono vissuta a Roma, Milano, Londra e Bruxelles, cercando di entrare in sintonia con lo spirito dei luoghi". Motivo per cui, negli States, punta a veicolare un'immagine più autentica del nostro Paese: no ai soliti cliché italo-americani, alle scorpacciate mordi e fuggi, sì agli itinerari curiosi e con un taglio di approfondimento.
Nasce su commissione, ma in linea con la sua strategia di marketing, il tour tra antichi musei e gabinetti scientifici: "L'ho disegnato per un gruppo di docenti universitari alla ricerca di location storiche sullo studio del corpo umano - spiega l'imprenditrice - . Il Rinascimento è una miniera di spunti: dalle tele che raffigurano malati alle cere anatomiche, dai teatri alle farmacie. Un po' macabro, forse, ma affascinante".
Perché puntare sul turismo italiano di qualità dall'altra parte del globo? "Negli Stati Uniti ho aperto la mia attività in trenta minuti, versando una quota di circa 70 dollari: il giorno dopo, ero operativa. Da noi tra permessi, tasse e recupero crediti sarebbe un'odissea".
Come valuta l'offerta turistica nel nostro Paese? "Nei miei continui sopralluoghi noto sempre qualcosa che non va: una struttura offre comfort ma il servizio lascia a desiderare, oppure è di charme ma non ristrutturata?Il rapporto qualità-prezzo, che gli americani considerano "good value", è piuttosto raro. Per migliorare, bisognerebbe cambiare modo di lavorare: più flessibilità e spirito di collaborazione ponendosi come obiettivo il cliente specifico, non un target generico".
Cosa consiglierebbe a un giovane alla ricerca di sbocchi nel settore? "Specializzarsi consente maggiori chance di successo: si è più appetibili sul mercato del lavoro e agevolati nell'inserimento. Certo, poi dipende dal talento individuale rendere un business competitivo: la speculazione non aiuta mai l'economia e, ancor meno, la qualità. La conoscenza della materia, però, non basta: sono necessarie capacità organizzativa e creatività. E bisogna conoscere molto bene la tipologia di cliente".
Consigli pratici per un curriculum al top? "Studi in marketing turistico ed esperienza presso un tour operator. Cambiare reparti - planning, servizio clienti, rapporti con i fornitori, vendite - e partecipare ai workshop delle fiere di settore sia come buyer, sia come seller.
Nel frattempo, viaggiare e fare il cliente, imparare a usare i social network e identificare le diverse fasce di pubblico: chi vuole cosa". L'aspetto più difficile del mestiere? "Pensare a come vendere il prodotto. Il mio segreto è aver creato una rete locale di specialisti, che mi consentono di coniugare sperimentazione e customer satisfaction".