18 giugno: in Parlamento un deputato, l'on. Renzo Lusetti dell'UDC, rivolge un'interrogazione ad Andrea Riccardi, ministro per la cooperazione e l'integrazione nonché presidente della CAI, autorità centrale per le adozioni internazionali.

Oggetto dell'interrogazione è quanto Ai.Bi. ha denunciato a gran voce il 7 giugno, giorno in cui il Consiglio dei Ministri ha varato il Piano nazionale per la Famiglia, il documento contenente le linee guida dell'intervento a favore delle famiglie italiane: dal Piano sono rimaste assenti le adozioni e i minori fuori famiglia. Bruciava notare come, tra aiuti alle disabilità e ai nuclei numerosi, la grande esclusa restasse ancora una volta l'infanzia che una famiglia non ce l'ha.

Le adozioni (sia internazionali che nazionali) e la questione dei minori fuori famiglia sono al centro di una vera e propria crisi che in questi anni ha raggiunto cifre da scandalo. Aumento dei minori che vivono fuori dal nucleo familiare fino alla cifra di 22mila; crollo delle disponibilità all'adozione, pari al 32% per l'internazionale e al 35% per la nazionale; uno spaventoso crollo nell'emissione delle idoneità all'adozione internazionale, che ha raggiunto il 49% nei ultimi 5 anni.

Per questo Ai.Bi. aveva invocato, per voce del presidente Marco Griffini, l'immediata integrazione del Piano con un pacchetto di riforme a costo zero: riforma dell'adozione, con abbattimento dei costi, snellimento delle procedure e un cambiamento culturale; riforma dell'affido, con ingresso del privato sociale nella gestione degli affidi familiari; attivazione della banca dati dei minori fuori famiglia, per consentire l'adozione di centinaia di bambini residenti in Italia, oggi costretti a vivere nel "limbo" delle comunità educative; riconoscimento giuridico per le case famiglia, per sviluppare finalmente questa forma di accoglienza che è la vera alternativa alle comunità educative, nonché l'unica in grado di riattivare la relazione familiare per i minori fuori famiglia.

Il risultato dell'interrogazione porta alla solita amara constatazione: l'adozione è un tema che sta a cuore a tanti, eccetto che al Governo dei Tecnici. Ancora una volta infatti la risposta del ministro Riccardi è stata piuttosto elusiva. Secondo quanto riportato dal giornale Vita, Riccardi si è limitato a poche frasi: «Questo Piano non è l'unico strumento a disposizione per affrontare i temi segnalati dall'onorevole interrogante - ha dichiarato - e l'azione del Governo in questi mesi non si limita a tale Piano. Mi sia permesso di ricordare che gli specifici interventi in favore dei minori senza famiglia sono, invece, contenuti nel terzo Piano nazionale d'azione e interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva. Nell'ambito delle azioni dallo stesso previste ve ne sono alcune direttamente riferibili alle tematiche segnalate dagli onorevoli interroganti». Quanto alle adozioni, ha detto Riccardi, «vi sono alcune proposte presentate che saranno valutate dal Governo con la dovuta attenzione. Io stesso ho presieduto il 19 giugno l'assemblea delle associazioni e degli enti che si occupano della adozione internazionale e questo tema è stato lì dibattuto».

È legittimo chiedere al ministro e presidente della CAI di quali temi abbia dibattuto durante l'assemblea, dato che durante l'ora di incontro con gli enti autorizzati ha potuto ascoltare relazioni circostanziate sulle cause della crisi - non ultime, la lunghezza dell'iter e l'inquisizione messa in atto dai Tribunali dei Minori - senza interloquire in altro modo, se non dichiarando che la crisi dell'adozione va «combattuta sul pano culturale».

Davanti alle esitazioni e ai silenzi del Governo, siamo veramente soli?

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