di CARMELA MAIETTA. Vengono quasi tutti dai quartieri del degrado, da quella cintura periferica dai problemi perennemente irrisolti e spesso martoriata; ma arrivano anche da zone inquiete dell'hinterland; e non mancano extracomunitari approdati qui secondo il drammatico canovaccio dei clandestini ammucchiati sui gommoni. Hanno tutti storie difficili alle spalle che vorrebbero mettere da parte per sempre; per diversi si sono spalancate le porte del carcere, per altri sono state applicate alcune misure alternative, per altri ancora si cerca di intervenire con progetti concreti e mirati prima che la strada e l'emarginazione possano determinare effetti devastanti. «Sono quelli che ce l'hanno fatta, o ce la stanno mettendo tutta per tirarsi fuori dal tunnel della devianza; sono quelli che, dentro o fuori dal carcere, hanno cercato e stanno cercando di dare una risposta diversa alle offerte della criminalità: nella sala delle riunioni del padiglione di prima accoglienza del tribunale per i minorenni di Napoli stringono in mano un assegno di poco meno di mille euro: il titolo di una borsa lavoro offerta dalla fondazione Chianese che da 18 anni vuole dare un segno tangibile di svolta ai ragazzi che, per varie vicissitudini, si trovano nella condizione di detenuti o in una situazione precaria che comprometterebbe fortemente il loro futuro. Il segno che si è chiuso un capitolo buio e che se ne sta aprendo un'altro per il pieno reinserimento nel tessuto sociale. Sono 19, che si vanno ad aggiungere agli altri 340 che la fondazione Chianese ha voluto premiare nel corso di questi anni. Per il Presidente del tribunale per i minorenni di Napoli, Stefano Trapani, e per il direttore del centro per la giustizia minorile di Campania e Molise Sandro Forlani siamo di fronte ad un momento di straordinaria importanza perché si stanno mettendo uno sull'altro i mattoni che serviranno a costruire il loro futuro. Ecco dunque che Chiara Iolanda e Annalisa, che seguono il corso di ristorazione del progetto «Nisida futuro ragazzi», faranno in modo di mettere in piedi quel progetto di catering per ricevimenti in casa a cui pensavano da tempo; mentre Nicola che ha seguito lo stesso corso si doterà dei ferri del mestiere per trasferirsi in Svizzera. Il cinese Mil Lynn il cui conto con la giutizia non è ancora saldato ma già lavora presso un'azienda del beneventano, dovrà procurarsi un pò di libri che raccontino della sua patria perché nessuno della sua famiglia è qui in Italia; altri libri comprerà Mizar, il diciottenne tunisino che studia per diventare barman; mentre Lucio si procurerà il materiale che occorrerà per un laboratorio di ceramica. E nel salone è vera festa quando arriva il cantautore Pino De Maio che trascina i ragazzi nella sua carrellata di canzoni napoletane. Molte le lacrime negli occhi di diverse mamme. Il Mattino, 7 dicembre 2004

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