di Matteo Asti
Che succede se un disoccupato si mette sulla "piazza"? La risposta ha provato a darla un documentario italiano in cui un trentenne senza lavoro, imitando un collega inglese, gira per nove città travestito da uomo sandwich con una scritta molto eloquente: disoccupato in affitto. Diretto dal romano Luca Merloni e interpretato dal sardo Pietro Mereu "Disoccupato in affitto" è uno strano mix tra il giornalismo partecipativo, le teorie neorealiste del pedinamento e le candid camera di Nanny Loy, in cui la tv mostrava le reazioni più spontanee di un popolo di fronte all'avvento di nuove abitudini e tecnologie.
Stavolta sotto lo sguardo di una telecamera seminascosta (in realtà tenuta bassa per non dare troppo fastidio) c'è un popolo che affronta la crisi al posto del boom economico e le frasi più frequenti scatenate dalla vista di Pietro e del suo cartello sono inviti a proseguire nella sua protesta o riconoscimenti del suo coraggio sia da parte di chi il lavoro non ce l'ha, sia di chi non ci guadagna una stipendio dignitoso o vive con la paura di perderlo.
Accompagnato dalle canzoni del cantautore romano The Niro e intervallato dai disegni di Cesare Corda, Mereu si muove casualmente per le vie, ferma i passanti, parla con i negozianti e i venditori ambulanti e incontra altri disoccupati e qualche datore di lavoro che si fa lasciare il numero. Il tutto raccontato da immagini incerte e traballanti frutto della scarsità dei mezzi ma esteticamente fin troppo coerenti con il disorientamento e l'insicurezza di chi per sistemarsi ha deciso di mettersi in vendita, anzi in affitto, senza indicare né limiti né capacità.
Pietro, a forza di girare per l'Italia (Roma, Firenze, Lecce, Cagliari, Genova, Bologna, Verona, Napoli e Milano nell'estate 2010) e conoscere gente, di lavoro ora sembra averne trovato, Luca un po' meno. Tutti e due stasera saranno a Brescia al cinema Nuovo Eden per presentare la loro opera nell'ambito del "Festival del lavoro".