È successo lo scorso anno. Seema e Nous, due gemelline di 9 anni, percorrevano come ogni giorno la strada per andare a scuola.
Ma quel giorno hanno avuto una terribile esperienza: c'erano dei cadaveri lungo la strada.
«Sono tornate a casa di corsa, ed erano molto turbate» racconta il papà delle due sorelle. «Da quel giorno hanno paura dei rumori forti.»
Pochi giorni dopo, tutta la famiglia è fuggita da Homs, la città siriana teatro degli scontri degli ultimi mesi, dove sono rimasti uccisi anche molti bambini.
«Inizialmente ci spostavamo di quartiere in quartiere, rimanendo sempre in città. Ma alla fine nessun luogo era sicuro, ovunque c'è solo distruzione e pericolo» dice la mamma, Aya.
All'inizio di aprile, la famiglia è fuggita nella vicina Giordania, a Mafraq.
L'UNICEF ha avviato un programma per fare in modo che i bambini siriani rifugiati possano frequentare gratuitamente le scuole pubbliche giordane, anche se vengono da un altro stato.
È stato stilato un accordo con Ministero dell'Istruzione della Giordania per permettere l'accesso alle scuole pubbliche ai bambini siriani, e l'UNICEF si impegna a sostenere i costi per l'istruzione di ogni bambino.
Ad oggi, sono già 7.500 i bambini siriani che stanno frequentando le scuole, con il supporto dell'UNICEF.
«Per un bambino che fugge dalla guerra, andare a scuola è importante non solo per scopi didattici, ma anche per stare con gli altri bambini, ed essere supportati nel rielaborare i traumi che ha subito assistendo agli scenari della guerra.»
Secondo l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), in questo momento In Giordania in ci sono 21.700 siriani che sono fuggiti dal proprio paese.
L'UNICEF con il supporto delle ONG, intende rafforzare la propria attività per garantire che tutti i bambini fuggiti dalla guerra possano andare a scuola ed essere seguiti da psicologi ed educatori.