Giornata Mondiale del Rifugiato 2012, tu che faresti?
Celebrata per la prima volta il 20 giugno del 2001, la Giornata Mondiale del Rifugiato è arrivata oggi alla sua 11° edizione. "Nessuno vuole diventare un rifugiato. Nessuno dovrebbe subire questa umiliazione. Eppure, le vittime sono milioni" diceva lo scorso anno il Segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. Afghanistan, Iraq, Somalia, Sudan e Repubblica Democratica del Congo i paesi da cui proviene la maggior parte dei rifugiati.
Il nuovo rapporto statistico dell'UNHCR
Nel 2011 il numero di nuovi rifugiati è salito a 800 mila: la cifra più alta mai registrata dal 2000 secondo "Global Trends 2011", il nuovo rapporto annuale pubblicato dall'UNHCR lunedì 18 giugno. L'aumento sarebbe dovuto a una serie di crisi umanitarie che hanno avuto inizio alla fine del 2010 in Costa d'Avorio, per proseguire in Libia, in Somalia e in Sudan. In totale, sono state circa 4,3 milioni le persone costrette ad abbandonare le loro case e 800.000 di queste hanno deciso di fuggire dal proprio paese diventando rifugiati.
"Il 2011 ha visto sofferenze di dimensioni memorabili. Il fatto che così tante vite siano state sconvolte in un periodo di tempo così breve implica enormi costi personali per tutti coloro che ne sono stati colpiti" ha dichiarato António Guterres, Alto Commissario dell'Onu per i rifugiati a capo dell'UNHCR. "Possiamo solo essere grati del fatto che nella maggior parte dei casi il sistema internazionale atto a proteggere queste persone sia rimasto saldo e che le frontiere siano rimaste aperte. Questi sono tempi difficili".
Da quanto si apprende dal rapporto, alla fine del 2011 in tutto il mondo vi erano 42,5 milioni persone tra rifugiati (15,2 milioni), sfollati interni (26,4 milioni) e persone in attesa di una risposta in merito alla loro domanda d'asilo (895.000). Nonostante l'elevato numero di nuovi rifugiati, la cifra complessiva è risultata inferiore al totale del 2010 (43,7 milioni), soprattutto per effetto del ritorno alle proprie case di un gran numero di sfollati: 3,2 milioni, la cifra più alta da oltre un decennio. Per quanto riguarda i rifugiati, nonostante un incremento nel numero dei rimpatri rispetto al 2010, il 2011 si trova comunque al terzultimo posto per numero di ritorni a casa (532mila) nell'ultima decade.
Considerato in un'ottica decennale, il rapporto evidenzia diverse tendenze preoccupanti. In primo luogo, il fenomeno delle migrazioni forzate colpisce numeri maggiori di persone a livello globale, con cifre annuali che superano i 42 milioni di persone in ognuno degli ultimi 5 anni. Inoltre, una persona che diventa rifugiato è probabile che rimanga in tale condizione per molti anni, spesso bloccato in un campo profughi o vivendo in condizioni precarie in un centro urbano: dei 10,4 milioni di rifugiati che rientrano nel mandato dell'UNHCR infatti quasi i tre quarti (7,1 milioni) si trovano in esilio protratto da almeno 5 anni, in attesa di una soluzione alla loro condizione.
Il paese con il maggior numero di rifugiati si conferma l'Afghanistan (2,7 milioni), seguito da Iraq (1,4 milioni), Somalia (1,1 milioni), Sudan (500.000) e Repubblica Democratica del Congo (491.000). Tra i paesi industrializzati il principale paese d'accoglienza è la Germania, con 571.000 rifugiati. Il Sudafrica è invece il primo paese per numero di domande d'asilo ricevute (107.000), confermando la posizione degli ultimi 4 anni. L'Italia, con 58mila rifugiati, presenta cifre contenute rispetto ad altri paesi dell'Unione Europea, in termini sia assoluti che relativi. In Francia, Paesi Bassi e Regno Unito i rifugiati sono tra i 3 e i 4 ogni 1.000 abitanti, in Germania oltre 7, in Svezia oltre 9, mentre in Italia meno di 1 ogni 1.000 abitanti. Per quanto riguarda le domande di asilo, nel 2011 sono state presentate poco più di 34mila domande. Un incremento, rispetto agli anni precedenti, determinato dagli effetti della Primavera araba e della guerra in Libia.
"Dilemma", la campagna 2012
Quest'anno l'UNHCR celebrerà la Giornata del Rifugiato in Brasile, nella cornice di Rio+20, dove l'Alto Commissario António Guterres pronuncerà il discorso ufficiale dopo aver incontrato un gruppo di rifugiati in Equador.
La campagna di quest'anno, "Dilemma", vuole farci riflettere sulle difficili scelte che un rifugiato è spesso costretto a fare nel corso della propria vita alla ricerca di protezione: "rimanere e rischiare la vita in una zona di guerra?", "fuggire e lasciare le persone che ami?", "rimanere ed essere costretti a combattere?" sono alcune delle domande a cui siamo invitati a rispondere. Per stimolare ancora di più l'identificazione, l'UNHCR ha sviluppato un'applicazione per smartphone, un gioco di ruolo intitolato "My life as a refugee" (La mia vita da rifugiato), per lanciare la campagna attraverso il web e le piattaforme digitali di tutto il mondo.
Come tradizione vuole, alcuni dei monumeni mondiali più significativi verranno illuminati di blu, il colore dell'Onu, la sera del 19 giugno. Tra gli altri, ricordiamo il nostrano Colosseo, la biblioteca nazionale di Pristina e, in Svezia, l'Ericsson Globe, lo stadio nazionale coperto la cui volta è la più grande al mondo.
Donata Columbro:
A proposito di visual storytelling di impatto, degna di segnalazione è questa campagna realizzata dall'agenzia dell'UNHCR per i rifugiati in occasione del 20 giugno, Giornata Mondiale del Rifugiato.
"Nessuno sceglie di essere un rifugiato ". In questi annunci forti ma d'impatto, l'UNHCR presenta le scelte terribili affrontate dai profughi di tutto il mondo, ogni giorno. Secondo i dati della campagna, "Ogni sessanta secondi 8 persone sono costrette ad abbandonare tutto per sfuggire alla guerra, alla persecuzione o al terrore. Se il conflitto minacciasse la tua famiglia, cosa faresti? Resteresti e metteresti a rischio la tua vita? Oppure proveresti a fuggire, affrontando il rischio di essere rapito, stuprato e torturato?
Per molti rifugiati la scelta è tra l'orribile o qualcosa di peggio."
La campagna si sviluppa anche in formato gioco di ruolo, scaricabile come un'applicazione per smartphone o accessibile attraverso il sito internet My Life as a refugee, la mia vita da rifugiato.