Oggi succede una cosa importante. Per la prima volta, e su chiamata di Bersani (bravo! Evviva!) quattro associazioni che rappresentano parti rilevanti della società civile (SNOQ, Libera, Libertà e Giustizia, Comitato per la libertà e il diritto d'informazione) si incontrano per esprimere i candidati al CdA RAI.
Scrivevo qualche tempo fa che, nonostante l'espansione del web, nel nostro paese
la televisione continua ad avere un grande peso sia in termini di informazione, sia in termini di costruzione di un'identità e di un immaginario condiviso, sia in termini di educazione.A questo peso
deve corrispondere un'assunzione di responsabilità da parte dell'emittente pubblica. E no, ciò non significa produrre programmi pallosi e destinati al fallimento: questo non è altro che un pregiudizio tecnicamente ignorante.
Nel medesimo post
ho raccolto una serie di esempi di successo, italiani e stranieri (dal Brasile al Rwanda, dall'Inghilterra alla Turchia), che caldamente vi invito ad andare a vedere: si tratta di idee forti e virtuose. In tempi come questi ne abbiamo bisogno come non mai. E l'ideale sarebbe che riuscissimo a svilupparne di forti, virtuose e originali.
So che oggi perfino le grandi aziende che investono in pubblicità sui canali RAI
sono imbarazzate per la scarsa qualità media della programmazione. E so ugualmente bene che in Rai sono compresenti meravigliose (e frustratissime) isole di competenze tecniche e creative e impressionanti abissi di inettitudine: rimettere a sistema l'intera macchina è un compito titanico, che non può essere nemmeno intrapreso se non a partire da una visione forte, moderna ed etica.
Ci vogliono persone specchiate, capaci, toste e desiderose di spendersi. Tra i primi nomi c'è quello di
Lorella Zanardo. Sarebbe magnifico se non restasse solo un nome.