Intervista all'eurodeputato Marco Scurria, promotore della risoluzione decisiva
"Se vogliamo costruire un'Europa vicina ai cittadini e che sappia dare delle risposte a questa crisi non possiamo non prendere in considerazione il mondo del terzo settore." E' così che l'Eurodeputato Marco Scurria commenta il successo della risoluzione da lui presentata sul volontariato transfrontaliero e votata ieri a Strasburgo, con 603 voti a favore, 23 contro e 63 astensioni.
Tra le misure proposte, l'adozione di un passaporto delle competenze, un documento che faciliterà il riconoscimento formale delle esperienze professionali e di volontariato in tutta l'Unione Europea, definito da Irma Casula, Presidente del Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano (Modavi), come "un grande traguardo per il mondo del volontariato".
Scurria, deputato EU in quota Pdl e già presidente del Modavi dal 2001 al 2009 , era stato relatore del dossier che aveva portato a nominare il 2011 come Anno Europeo del Volontariato e sembra proprio che l'anno Europeo abbia svolto un ruolo chiave nel riconoscimento a livello europeo del valore dell'impegno volontario. "Sono stati fatti passi enormi. L'Anno Europeo ha permesso l'introduzione di un dibattito sul volontariato e questa risoluzione rappresenta l'intenzione di sviluppare le potenzialità di questo tipo di attività".
Onorevole quali sono stati i punti salienti delle risoluzione?
Tra le misure principali volte alla promozione e al riconoscimento dell'impegno volontario, vi è la creazione di un corpo volontario europeo di aiuto umanitario, ovvero un corpo di volontari che sia in grado di intervenire a livello transnazionale nelle situazioni di gravi emergenze: cataclismi naturali, incendi, alluvioni, terremoti. Si tratta di costruire un gruppo internazionale di volontari con competenze molto specifiche ed è una misura volta ad offrire un ulteriore aiuto alle forze nazionali impegnate a gestire questo tipo di emergenze. Per facilitare lo scambio internazionale tra le associazioni dei diversi paesi, abbiamo poi immaginato la costituzione di un albo europeo delle associazioni, simile ai nostri albi regionali, così da promuovere la partecipazione a bandi e finanziamenti europei. Abbiamo inoltre cercato di concentrarci sull'accesso alle opportunità di volontariato, con lo sviluppo di un sito web europeo ufficiale, nel quale saranno rese pubbliche tutte le possibilità di volontariato in tutti i paesi dell'Unione e indicazioni su come potervi accedere. Per riconoscere il valore dell'esperienza di lavoro volontario anche sul piano professionale, abbiamo poi proposto l'istituzione del Passaporto Europe delle Competenze. Tutte queste misure dovrebbero entrare in vigore tra la fine del 2012 e l'inizio del prossimo anno.
Perché l'istituzione del Passaporto Europeo delle Competenze è così importante?
Al momento non esiste uno strumento ufficiale, con il quale sia possibile valutare il grado di preparazione professionale di una persona, per questo il Passaporto, sarà estremamente innovativo. Permetterà, con un solo documento ufficiale, di verificare tutte le certificazioni, le esperienze di formazione e le competenze professionali di una persona. Il fatto che anche il volontariato sia stato incluso nel Passaporto è una forma di riconoscimento del valore professionale e formativo di questo tipo di attività.
Perché una risoluzione sulla promozione del volontariato in un momento così difficile dal punto di vista economico e finanziario?
Abbiamo cercato di stabilire alcune linee fondamentali all'interno delle quali dare un riconoscimento anche normativo al mondo del volontariato che in Europa raccoglie 100 milioni di persone e produce il 5% del Pil. Il volontariato è cresciuto moltissimo negli ultimi anni. Molti paesi dell'Europa dell'Est non avevano nessuna legge specifica a riguardo, eppure grazie all'Anno Europeo, paesi come la Lituania hanno introdotto la prima legge nazionale in questo senso e molti altri paesi hanno dato vita a legislazioni più approfondite. E' un fenomeno che si sta strutturando in tutta l'Unione, è un punto d'incontro, sono tantissime le cose che i paesi hanno da raccontarsi in questo ambito, per questo è importante favorire lo scambvio. In un momento come questo abbiamo quanto mai bisogno di coesione sociale e di interventi qualificati, soprattutto a fronte di tanto disagio, il volontariato promuove la cittadinanza attiva e quando ci si trova ad affrontare un momento così difficile, non possiamo solo parlare di conti e di monete, bisogna anche ripensare la società in cui viviamo e il volontariato ci dà proprio questa opportunità.