Lo strumento delle Pa per il sostegno dei cittadini è in continua crescita
Ogni anno sono circa 500 mila i cittadini beneficiari di voucher sociali, ossia quelle misure messe in campo dalle Pubbliche amministrazioni finalizzate al sostegno di particolari categorie di cittadini deboli, in condizione di disagio economico eppure soggetti meritevoli.
A tracciare il quadro su come questo strumenti sia entrato a far parte delle politiche delle amministrazioni locali, è Monica Boni, direttore welfare benefits, incentive e programmi sociali pubblici di Edenred, azienda attiva nei buoni servizio prepagati, che «si occupa di voucher sociali da oltre 10 anni, grazie a soluzioni che contemplano il buono cartaceo, la card elettronica e la piattaforma web».
Dal 2008 «stiamo assistendo ad una progressiva evoluzione dell'utilizzo di questo strumento da parte degli enti locali». Complice anche la crisi che, sottolinea la Boni, «impone non solo di razionalizzare le risorse ma anche di monitorarle». Grazie ai voucher sociali, infatti, «è possibile canalizzare gli investimenti».
Le ristrettezze economiche degli enti locali hanno imposte delle scelte: «in passato si sceglieva di finanziare la rete di offerta. Oggi, invece, la scelta si è spostata sulle esigenze dei cittadini». Le possibili finalizzazioni dei voucher sociali vanno dai buoni scuola, al sostegno dell'infanzia e socio- sanitario fino ad arrivare alla gestione delle emergenze.
In occasione del terremoto in Abruzzo, infatti, afferma la Boni, «ci siamo messi in contatto con le autorità locali, donando dei voucher alle popolazioni colpite». Un impegno che l'azienda sta pensando di intraprendere anche per il terremoto in Emilia. Ma quali sono i voucher sociali che funzionano meglio? «I bonus bebè, per l'acquisto di generi di prima necessità, funzionano molto bene come anche gli strumenti di conciliazione.
In Lombardia, ad esempio, abbiamo lavorato per un programma di sostegno ai cassi integrati, raccogliendo la soddisfazioni dei lavoratori». Il punto di forza «sta nel fatto che si tratta di strumenti prepagati». Verso l'attivazione di questi programmi, «in linea di massima il nord è più reattivo ma negli ultimi anni stiamo assistendo ad una accelerazione anche al sud che sta cercando di capire le potenzialità di questo strumento». Ad oggi, conclude, «ogni anno sono circa 500 mila i cittadini beneficiari».