Il Ministro dell'Istruzione parla di un'Italia leader nel campo scientifico, ma che non riesce a tradurre le sue capacità in termini di crescita. "Serve comunicazione e una semplificazione sul piano normativo". L'obiettivo è essere competitivi in vista di Horizon 2020, il sistema di finanziamento europeo destinato alle attività di ricerca che partirà a gennaio 2014.

di LINDA VARLESE

Un'Italia capace e preparata. Ma che non riesce a raccogliere i frutti del suo lavoro a causa della sua scarsa governabilità e della poca sinergia che esiste tra il mondo della ricerca, quello dell'università e quello dell'impresa. È il quadro tratteggiato dalle parole del ministro dell'Università, Ricerca e Istruzione Francesco Profumo, intervenuto al convegno "L'Italia che corre", organizzato da Confcommercio in collaborazione con l'Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l'innovazione e ForumPA, in occasione della Giornata Nazionale dell'Innovazione 2012. "I risultati dimostrano che i nostri cervelli in fuga hanno un'ottima preparazione: tanti sono gli italiani che vincono bandi di concorso organizzati da centri di ricerca europei e sono ben 15 mila i ricercatori nostrani in Usa", ha detto il ministro. "Il più delle volte, però, il sistema subisce un corto circuito: non riusciamo a fare in modo che tutta questa preparazione abbia un ritorno in termini di crescita e progresso del nostro Paese". Perché non siamo in grado di fare sistema - sottolinea il ministro - di far dialogare tra loro gli attori principali della società: università, ricerca e imprese. Ovvero di sfruttare la preparazione universitaria, in modo che possa essere utilizzata nella sperimentazione, che a sua volta si metta effettivamente al servizio delle imprese, cioè trovi reale applicazione nella società.

Un'empasse alla quale il Ministero e gli addetti ai lavori (tanti dei quali seduti alle tavole rotande previste nel convegno) stanno cercando di ovviare per dar seguito alle richieste di un'Europa sempre più competitiva e che fa della ricerca e dell'innovazione le sue linee guida, il faro da seguire per accelerare la ripresa. "Mediamente in Italia investiamo in Europa 15 miliardi di euro l'anno su 3 temi specifici: agricoltura, coesione territoriale e ricerca. Di questi ne rientrano in termini di profitto solo 10", sottolinea ancora Profumo. "In questo modo si tradisce il fine della ricerca che è sinonimo di investimento per la collettività". Una constatazione amara e un trend negativo che nei piani del Ministero è necessario, anzi vitale, invertire.

Il Paese-palestra. "Vogliamo dar vita a quello che abbiamo battezzato un Paese-palestra, che si prepari in questi due anni, ad affrontare la sfida proposta da Horizon 2020, il sistema di finanziamento europeo integrato destinato alle attività di ricerca che partirà a gennaio 2014", ha detto ancora Profumo. Il nuovo programma dovrà supportare l'Ue nelle sfide globali dei nostri tempi, fornendo a ricercatori ed innovatori dei Paesi membri gli strumenti necessari alla realizzazione dei propri progetti e delle proprie idee. "Una sfida a cui dobbiamo arrivare preparati e per farlo dobbiamo allenarci sul piano nazionale. Come? Rendendo i bandi aperti e trasparenti, immettendo un sistema serio di valutazione che faccia ricorso a commissari esterni e soprattutto potendo contare sulla certezza di tempi e regole".

In altre parole: il primo passo è quello di ascoltare le priorità di cui la comunità ha bisogno per orientare l'innovazione e la ricerca verso la realizzazione di progetti socialmente utili. E non solo. "Bisogna fare in modo che ogni regione si proponga come capofila per un grande tema di interesse pubblico e lavori incessantemente nella ricerca dell'innovazione e del dialogo fra gli attori sul suo territorio". Una volta creati gli strumenti e dei distretti tecnologici attivi e coesi, sarà più semplice fare in modo che tutte le altre regioni si possano servire di queste scoperte e viceversa. "Aggregare centri di ricerca, imprese e professionisti, creare reti distrettuali che lavorino condividendo saperi e capacità, perchè ogni investimento nella tecnologia abbia un ritorno a livello sociale" ha proposto il Ministro.

Facilitare l'accesso e la realizzazione dei progetti. E poi il capitolo semplificazione, uno dei più sentiti, al quale ha fatto riferimento anche il vicepresidente di Confindustria Diana Bracco nel suo intervento, chiedendo al più presto l'apertura di un tavolo al Governo: "Abbiamo in Italia un eccesso di norme utili solo a deresponsabilizzare, a trasferire ad altri", ha detto Profumo. "Questo crea caos e raddoppia i tempi di realizzazione dei progetti". E ancora: "La legge 297 che regola la ricerca in Italia è antica, farraginosa, sparpagliata. Bisogna fare una revisione. Esistono poi 15 modalità differenti per dare incentivi: troppi, occorre normalizzarli, individuando tempi condizionati e definiti. Processo che abbiamo già avviato e che vogliamo portare avanti con decisione".

Gli interventi. "La crescita, diffusa e sostenibile deve essere oggi in Italia l'imperativo di tutti: Governo, imprese, forze sociali. Se vogliamo un'Italia che corre abbiamo bisogno di una strategia che sia efficace in tempi brevi", ha detto Diana Bracco, vicepresidente Confindustria. "Anche noi dobbiamo elevare il contenuto di ricerca e innovazione nelle nostre imprese - ha proseguito -  dobbiamo seguire l'esempio di quelle che puntando sulla crescita delle risorse umane qualificate stanno ridando fiducia ai nostri giovani". Sulla stessa lunghezza d'onda Maria Luisa Coppa, vicepresidente Confcommercio: "La ripresa non può prescindere da conoscenza e innovazione, che in un periodo di crisi particolarmente difficile, sono un fattore di sopravvivenza, di competitività e di crescita per le imprese". "I dati riportano l'economia italiana ai livelli della fine degli anni '90 - ha proseguito - "pressione fiscale complessiva al 55%, riduzione dei consumi per il 2012 del 2,7%, investimenti in calo del 5,7%. L'imperativo è reagire e in fretta. Servono qualificati investimenti pubblici per il futuro: per l'innovazione del capitale umano, per il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale, per le infrastrutture, per il turismo".

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