Se ieri era Haiti, oggi è la Siria. Nel Paese del Vicino Oriente la morte si conta al ritmo di decine e decine di vittime civili alla settimana. Dalle ultime notizie giunte dal fronte siriano, dove è in corso da 15 mesi la guerra civile iniziata contro il governo di Bashar al Assad, spicca la denuncia del Rapporto annuale dell'ONU, dal titolo Bambini nei conflitti armati. Secondo quanto dichiarano Radikha Coomaraswamy, rappresentante speciale dell'ONU per i bambini coinvolti nei conflitti armati, e Ban Ki Moon, segretario generale, 1200 bambini hanno già incontrato la morte e migliaia di essi sono in grave pericolo, anche a causa delle aberranti pratiche dell'esercito regolare siriano e dell'esercito ribelle, l'ELS, arrivati a sfruttarli come scudi umani. Giunge anche la notizia di un appello del Ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi, affinché si intervenga in modo articolato per proteggere la regione dalle conseguenze umanitarie della guerra. Il primo pensiero va ai bambini. Che fare quando, in un Paese estero, un'emergenza mette in ginocchio i diritti dei minori e ne mina la possibilità di vivere in famiglia? Già nel 2010, ai tempi della catastrofe di Haiti, si profilava l'urgenza di rispondere velocemente alle condizioni inumane in cui migliaia di bambini, da un momento all'altro, si trovarono a vivere. Oggi la soluzione al problema dei minori siriani, colpiti dalla guerra, sta nell'introdurre in Italia l'affidamento familiare internazionale, un istituto a metà strada tra l'adozione internazionale e l'affido, che permetta di accogliere presso le famiglie affidatarie italiane i minori dei Paesi in emergenza umanitaria: un intervento previsto sia come misura temporanea, sia come procedura applicata in vista diun successivo progetto adottivo, e un atto di giustizia nei confronti dei diritti dei bambini a continuare a vivere in famiglia.
La riforma di legge presentata nel Manifesto ?Oltre la Crisi' (contenente i principi ispiratori per una proposta legislativa, sottoscritta da migliaia di coppie, con cui Ai.Bi. intende rinnovare il sistema di adozione internazionale), chiede di introdurre in Italia alcuni dispositivi che mettano il nostro Paese in grado di reagire prontamente alle situazioni in cui i diritti dei bambini sono sotto attacco. Uno di essi, illustrato al punto 6, riguarda l'introduzione in Italia dell'affido internazionale.
Quale destino infatti per le centinaia e centinaia di piccoli siriani che la guerra sta mettendo a rischio della vita e della famiglia? L'emergenza siriana è un grido che sale da migliaia di piccole bocche: solo una proposta come quella contenuta nel Manifesto può saziarne la richiesta di aiuto.