Parlare di CSR non basta più. Le imprese devono saper costruire una nuova alleanza tra profit e non profit per immaginare modi più solidali di fare mercato. E' la sfida della Corporate Social Innovation, come racconta Caterina Banella.
Dove stentano le istituzioni può riuscire l'innovazione sociale, intesa come capacità di affrontare le grandi sfide globali della società attraverso l'innovazione di prodotti, servizi, modelli di business e processi sociali. L'impresa è chiamata in prima linea a stimolare un'alleanza inedita tra profit e non profit per immaginare modi più solidali di fare mercato e in maggiore sintonia con i bisogni reali delle sue persone e della comunità in cui opera. Una sfida che potrebbe prendere il nome di Corporate Social Innovation, come si è discusso, tra i vari temi, anche alla prima Giornata Nazionale dell'Innovazione Sociale, promossa nel corso di Forum PA di Roma da I - SIN - Rete Innovatori Sociali Italiani in collaborazione con Fondazione Mondo Digitale, Artea Studio, Aequinet Hub, Parco Scientifico Università di Tor Vergata ed altri.
Tante le esperienze e le proposte discusse al Tavolo Imprenditorialità. Dai laboratori per imprenditori sul posizionamento strategico in chiave di sostenibilità promossi da Lama, start up con varie anime culturali e logistiche tra Milano e Pechino, all'esperienza di Isnet con la sua rete capillare di realtà dinamiche e un Osservatorio sui rapporti tra profit e non-profit, fino ai modelli di sanità leggera con un sistema di poliambulatori e studi odontoiatrici di qualità ad un costo accessibile di Welfare Italia. Interessante anche il progetto di Cgm e Renovo per l'inserimento di soggetti svantaggiati in ruoli strategici dei processi produttivi di alcune centrali termoelettriche a biomasse, esclusivamente a filiera corta. O ancora l'esperienza della Città dei Mestieri Roma in uno spazio sequestrato alla banda della Magliana nata in seno ad Anima e promossa da Basf con il Consorzio Idee in Rete - Il Solco in una triangolazione intelligente con le Istituzioni del territorio per il reinserimento lavorativo e l'autoimprenditorialità degli over 50.
Insomma, le risposte organizzative e culturali dell'innovazione possono essere tante ed è forse sul fronte dell'impresa che si gioca la partita più interessante. Non a caso l'espressione più adatta è sembrata essere quella di Corporate Social Innovation (o Innovability). Ma se non mancano incursioni sempre più promettenti del profit nel sociale, come dimostra anche l'ultima edizione del Premio Sodalitas, la maggior parte delle imprese sono ancora lontane dal saper fare innovazione sociale nelle proprie politiche di Corporate Social Responsibility. Un tema quello della CSI (e quindi non più solo CSR) che varrebbe la pena di iniziare ad approfondire e monitorare attraverso un Osservatorio o un Forum periodico di discussione che faccia dialogare profit, no profit, accademia e mondo della comunicazione.