Protocollo d'intesa tra Agenzia delle dogane e Ecopneus per monitorare i flussi di Pfu

È proprio il caso di dire: gli pneumatici fuori uso "vanno a ruba". I traffici illeciti di rifiuti negli ultimi anni, infatti hanno coinvolto ben 19 regioni italiane e, sia come porti di transito sia come meta finale di smaltimento, 23 Stati esteri, tra cui Cina, Hong Kong, Malaysia, Russia, India, Egitto, Nigeria e Senegal. Gli Pneumatici fuori uso (Pfu) sono tra i materiali più gettonati dai trafficanti: questa tipologia di rifiuti, infatti, è stata al centro di oltre il 10% del totale delle inchieste svolte dal 2002 ad oggi. Sono questi i dati aggiornati dell'Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente. Per affrontare al meglio e contrastare questo fenomeno, l'Agenzia delle dogane, in occasione del convegno "Il valore del riciclo, oltre ciò che si vede" che si p tenuto a Roma, ha firmato con Ecopneus, principale soggetto nazionale senza scopo di lucro, operante dal 2011 nella gestione degli Pneumatici fuori uso (Pfu) in Italia per conto dei propri soci, un protocollo d'intesa che vedrà la società consortile diventare partner tecnico dell'Agenzia per il monitoraggio dei flussi legati al commercio internazionale di Pfu. Ecopneus metterà a disposizione dell'Agenzia delle Dogane i dati del proprio sistema informatico per eventuali controlli e accertamenti sulle movimentazioni transfrontaliere di propria competenza.

I traffici organizzati di Pfu si muovono prevalentemente lungo le rotte oceaniche e negli ultimi anni si sono diretti soprattutto verso i paesi del far east che maggiormente impiegano i combustibili derivati da rifiuti in sostituzione ai combustibili fossili. I traffici illeciti verso i paesi esteri rappresentano insieme agli abbandoni abusivi in Italia i due principali ambiti su cui la normativa che regola il nuovo Sistema di Gestione dei Pfu mira ad incidere per controllare pienamente i flussi di Pneumatici Fuori Uso prodotti ogni anno in Italia.

Negli ultimi 10 anni si è assistito in Italia al proliferare di un vero e proprio mercato nero dei Pfu. Dal 2005 ad oggi sono state individuate ben 1.415 discariche illegali di Pfu, per un'estensione che supera pericolosamente i 7 milioni di metri quadrati (per l'esattezza 7.470.841). Negli ultimi 8 mesi sono state sequestrate 93 discariche illegali per un'estensione che supera i 500 mila metri quadrati (506.954 per la precisione); 54 siti al sud, 17 al centro, 11 al nord e 11 nell'Italia insulare.

La geografia dei siti fuori legge vede Campania, Puglia, Calabria e Sicilia registrare i numeri più elevati di abbandoni abusivi. In queste regioni, infatti, sono stati scoperti negli ultimi 8 mesi 58 siti illegali, per una estensione pari a quasi 500 mila metri quadrati (esattamente 447.850): il 62,4 % di quelle scoperte su tutto il territorio nazionale. Prima la Puglia con 28 siti illegali, poi la Calabria con 14, la Campania con 10 e la Sicilia con 6. L'Emilia Romagna è la prima regione del nord con 6 siti accanto al Molise con 6 siti per le regioni del centro. In Sardegna sono stati sequestrati 5 siti.

Le province con il maggior numero di discariche sequestrate negli ultimi 8 mesi sono Taranto con 10 siti individuati per una superficie di 81.650 mila metri quadrati e Cosenza con 10 siti per una superficie di 36.000 metri quadrati; seguono, con 9 discariche illegali scoperte ma una superficie che supera i 120 mila metri quadrati figura Lecce, Brindisi con 7 siti, Campobasso con 6 e Siracusa con 5. Nel quadro complessivo relativo agli ultimi 7 anni, la Puglia si presenta come la regione più afflitta da questo fenomeno: 304 siti illegali per una superficie di circa 3 milioni di metri quadrati, da sola rappresenta il 21,5% del totale complessivo. Segue la Campania con 231 siti (1 milione di metri quadrati di superficie), la Calabria con 218 discariche e la Sicilia con 192 siti.

Tra le regioni del centro, il Lazio con 97 discariche illegali è la più colpita in senso assoluto, anche se è la Toscana a registrare la più ampia estensione di aree sotto sequestro, per ben 408.554 metri quadrati. Il Piemonte è la regione del nord con il più alto numero di siti fuori legge, 41, pari a 181.650 metri quadrati. La Sardegna con 52 discariche abusive fa registrare ben 456 mila metri quadrati di suolo occupato da questa tipologia di rifiuto.

I dati però riflettono anche le attività sempre più efficaci delle forze dell'ordine che, negli ultimi anni in particolare, hanno rafforzato i controlli facendo emergere una grossa fetta di illegalita'. "Ora dobbiamo continuare ad investire e lavorare per promuovere lo sviluppo, nel medio-lungo periodo, di un mercato forte, stabile e articolato per il reimpiego dei materiali derivati dai Pfu che crei una reale Green Economy, scoraggi comportamenti scorretti e contribuisca ad eliminare definitivamente questi fenomeni legati all'illegalità" ha dichiarato Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus.

A partire dal 7 settembre 2011 fino a maggio 2012 sono stati raccolti e avviati a un corretto trattamento oltre 190 milioni di kg di Pneumatici fuori uso, evitandone l'abbandono indiscriminato in discariche abusive o ai lati della strada e assicurandone il corretto recupero sia di energia che di materia. Sono questi i risultati di Ecopneus, una delle organizzazioni che si occupa dal 2011 e senza scopo di lucro della gestione dei Pneumatici Fuori Uso (Pfu) che oggi in occasione del convegno "Il valore del riciclo, oltre ciò che si vede" che si è tenuto a Roma presso la Casa del Cinema, ha presentato il report di sostenibilità del 2011.

Nel 2011, in soli quattro mesi di attività, dal 7 settembre, con l'avvio ufficiale delle attività, sino al 31 dicembre 2011 sono state raccolte e avviate al recupero 72.468 tonnellate di Pneumatici fuori uso, raggiungendo e superando di oltre il 10% gli obiettivi di legge.

Di queste 72.468 tonnellate il 63% è stato reimpiegato in recupero energetico, il 32% in recupero di materia in Italia e il 5% in recupero di materia all'estero. L'avanzo di gestione del 10% che si è delineato per il 2011 ottenuto grazie ad una attenta e corretta gestione complessiva dell'attività, consente ad Ecopneus di destinare nel 2012 alle attività di prelievo da stock storici una cifra pari a 750 mila euro.





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