Venti pagine per riassumere con dati precisi e illuminanti infografiche il potere assoluto che le prime 200 multinazionali esercitano sulle dinamiche dell'economia e della politica mondiale. E' questo il nuovo dossier del Centro Nuovo Modello di sviluppo "Top 200". Scaricabile gratuitamente on line
Già conosciuto per le sue puntuali guide al Consumo critico, il centro Nuovo modello di Sviluppo si è cimentato questa volta in un'analisi asciutta e scevra da inutili ridondanze ideologiche dei dati (ricavati da Fortune Global 500 e Fondo Monetario Internazionale) che riguardano le più potenti corporations al mondo.
Dall'analisi emergono alcune considerazioni interessanti, intanto negli ultimi dieci anni l'ordine di grandezza delle multinazionali è cambiato enormemente, con una crescita esponenziale della concentrazione (25 colossi finanziari controllano il 30% delle prime 43mila multinazionali), dei fatturati e dei proventi. Se nel 1996 ai primi posti trovavamo le imprese automobilistiche, nel 2011 troviamo essenzialmente imprese petrolifere e dell'energia, anche se il primo posto se lo aggiudica Wal Mart, impresa della grande distribuzione. Altra grande novità è l'emergere di nuovi paesi sulla scena economica mondiale, prima fra tutti la Cina.
Addentrandoci nei dati le multinazionali appaiono veri Stati oltre gli Stati; delle prime 100 economie mondiali - confrontando fatturati e bilanci degli Stati - ben 67 sono multinazionali. Le prime italiane a comparire in classifica sono ENI e Assicurazioni Generali.
Illuminante anche leggere che i "padroni" delle multinazionali raramente sono famosi miliardari, ma più spesso investitori istituzionali, ovvero banche, assicurazioni, fondi pensione, fondi di investimento e altri tipi di società finanziarie che raccolgono risparmio collettivo e lo usano per prestiti, partecipazioni azionarie e operazioni speculative con lo scopo di garantire un utile ai propri azionisti.
Una parte specifica è poi dedicata al caso Exxon-Mobil, che illustra bene il modello di comportamento delle corporation e le dinamiche di influenza sulla politica degli Stati e sull'opinione pubblica. La compagnia petrolifera è tragicamente nota per l'incidente della petroliera Exxon Valdez che ventitrè anni fa provocò danni ambientali enormi in Alaska. Ma Exxon-Mobil ha anche altre colpe, prima fra tutte quella di remare contro ogni politica tesa a limitare l'inquinamento e i conseguenti cambiamenti climatici, esercitando forti pressioni sul governo degli USA e manipolando l'opinione pubblica.
Dulcis in fundo, il dossier ci regala una tabella sui compensi d'oro ai "top manager" italiani nel 2010, in cui spiccano i 40 milioni di euro di Alessandro Profumo, grazie alla liquidazione da Unicredit