L' operazione "eni si toglie la cravatta" avviata nel 2007 e proseguita lo scorso anno, consiste nel mantenere le temperature all'interno degli edifici più alte di 1°C e di contribuire ad un uso più razionale dei condizionatori d'aria. Pur mantenendo uno stile appropriato al luogo di lavoro, si potrà optare per un abbigliamento più fresco e leggero, evitando di indossare la cravatta, se non per circostanze formali. Al termine dell'iniziativa, che ha riguardato la stagione estiva, i risultati sono stati molto positivi: il risparmio di energia elettrica è stato di 243.000 kWh, il primo anno e di 302.000 kWh, nel 2008, pari ad una diminuzione dei consumi di energia elettrica di climatizzazione del 9% e, parallelamente, si è ottenuta nel 2007 una riduzione delle emissioni di CO2 di 141 tonnellate circa - equivalenti alle emissioni che si sarebbero evitate se, nello stesso periodo, 650 dipendenti si fossero recati in ufficio utilizzando i mezzi pubblici anziché l'automobile - per arrivare alle 175 tonnellate dello scorso anno. Il risparmio economico conseguito dall'iniziativa "eni si toglie la cravatta" è stato investito in progetti di sostenibilità.
Incoraggiare i dipendenti a togliere la cravatta in ufficio è una metafora per affrontare un argomento decisamente concreto. Eni ha voluto rompere le righe del protocollo suggerendo la rinuncia a un accessorio di abbigliamento, per quanto simbolo di eleganza e italianità, e contribuire alla sensibilizzazione sul tema dei consumi attribuibili all'uso smodato dei condizionatori d'aria durante i mesi estivi. La proposta di eni togliere la cravatta in ufficio è diventata un evento mediatico - discusso anche all'estero - ed è stata una maratona di adesioni da parte di aziende, del mondo politico, di gente comune.