di Silvia Zanella

Un'azienda che predispone strategie, tecnologie e processi per coinvolgere sistematicamente dipendenti, clienti, partner e fornitori per creare insieme il massimo valore possibile. Così deve essere l'Enterprise 2.0, almeno secondo i relatori del Social Business Forum, la due giorni di convegni e dibattiti organizzata dall'agenzia OpenKnowledge e che si è appena conclusa a Milano.

26 ore di dibattiti in sessioni parallele in cui si è parlato dell'organizzazione che verrà: secondo John Hagel di Deloitte & Touche, il cambiamento sarà non tanto un processo razionale quanto un vero e proprio avvenimento politico contraddistinto dal conflitto. Convincere chi detiene il potere nelle imprese a cederlo in favore della collaborazione significa infatti farsi dei nemici e prepararsi a combatterli.

Coinvolgere i dipendenti, del resto, non è più rinviabile, specie se è vero quanto afferma il guru Ray Wang, ovvero che riconoscere il merito delle persone, farle accedere a progetti speciali o ai flussi decisionali presenti nell'organizzazione, risulta essere più premiante rispetto a dar loro incentivi economici.

In un mondo sempre più forzatamente trasparente, la fiducia, la credibilità e l'autorevolezza costituiscono quindi le nuove monete di scambio, erodendo giorno dopo giorno i tradizionali meccanismi del potere e della burocrazia.

Le organizzazioni, così come i mercati, sono conversazioni: se chi si occupa di risorse umane vuole coltivare una qualche forma di intelligenza collettiva all'interno di un'impresa deve in primo luogo mettere in relazione le persone, coinvolgerle in processi di co-creazione andando oltre le forme tradizionali di team building: la pensa così Mario Gastaldi, esperto di cambiamento e sviluppo organizzativo.

Una trasformazione radicale, che non può che vedere in prima fila i vertici aziendali: da più parti si è però sottolineato come in Italia manchi una cultura manageriale che valorizzi ascolto, inclusione, apertura, condivisione, cultura dell'accesso, empatia.

E ancora: negoziazione, gestione delle aspettative altrui, fiducia nei collaboratori, orientamento alla comunicazione. Gli asset dell'azienda del futuro e, a ben guardare, anche le caratteristiche riconosciute dalla letteratura manageriale alla leadership al femminile. Che il social business sia donna?

twitter@guidalavoro

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