Di  Stefano Arduini

Il documento sarà pubblicato a settembre

Si è ieri pomeriggio a Bruxelles il primo incontro del gruppo per il social business voluto e diretto dal Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, il francese Michel Barnier (in foto). Al gruppo dei 70 esperti ha preso parte anche il presidente di Federsolidarietà-Confcooperative Giuseppe Guerini. Vita.it lo ha raggiunto al telefono. Ecco il suo bilancio.

 

Guerini, com'è andata?

La relazione di Barnier è stata molto buona. Lo aveva già fatto, ma è stata l'occasione per ribadire ancora una volta la sua posizione, che sempre di più sta prendendo piede anche all'interno della Commissione, che vede nello sviluppo dell'impresa sociale uno strumento per il rafforzamento della coesione sociale. E come lui stesso ha ribadito: senza coesione sociale, senza un'economia più giusta, più sostenibile e più verde, non c'è ripresa economica. Concetti che a noi cooperatori sociali non possono che fare piacere. Questo primo incontro è stata poi anche l'occasione per conoscerci e fissare una prima agenda di lavoro.

 

Quali i prossimi passaggi?

La prossima plenaria è fissata la fine novembre. Entro il 15 giugno invece noi esperti dovremo mandare un primo pacchetto di indicazioni scritte, sui cui confrontarci. Insomma mi sembra che anche grazie al ruolo che sta giocando Barnier in Europa abbiamo preso la strada giusta.

 

Perché ne è così convinto?

I segnali sono tanti e dicono che l'impresa sociale sta diventando un tema trasversale. Penso ai due pareri del Cese approvato da Bruxelles. Penso ai programmi quadro sulla ricerca e sull'innovazione che citano espressamente l'impresa sociale. E ancora penso alla nuova normativa sugli appalti e alla revisione dei fondi strutturali europei. Infine a settembre verrà licenziato il secondo Single Market Act dove si riconoscerà esplicitamente l'imprenditoria sociale come leva programmatica dello sviluppo e della crescita.

 

Insomma l'Europa corre. In Italia invece come siamo messi?

Fino a 5/6 anni fa eravamo il modello. Ora non è più così. Ci siamo fermati. Pensi che anche in questa occasione la "scena" se la sono presa gli inglesi con la loro big society, che in gran parte, anche se non in forma cooperativa, scimmiotta la nostra cooperazione sociale.

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