Giustizia, legalità, convivenza solidale. Valori fondanti di una cittadinanza attiva, matura e democratica o concetti astratti, vuoti, talvolta retorici? La questione è aperta in un contesto nel quale spesso il richiamo alla legalità sancisce il discrimine tra inclusi ed esclusi, gli apparati di giustizia perpetuano le disuguaglianze, la convivenza si separa dalla  solidarietà. C'è, dunque, bisogno di chiarezza. Anche sul versante educativo. Educare a che cosa? Ed educare come? Si colloca qui la pratica dell'educazione civile: non insegnamento cattedratico, rapporto separato tra maestro e allievo, ma processo quotidiano, tessera di un ventaglio di sollecitazioni e proposte rivolte in maniera diffusa a uomini e donne. Dei presupposti, del metodo e di alcune esperienze di educazione civile si occupa questo lavoro, con l'obiettivo di essere uno strumento a disposizione di insegnanti, educatori, operatori sociali per cogliere la direzione, il senso e il lavoro metodologico attorno ad una delle sfide pedagogiche del nostro tempo. Si tratta di sperimentare il crescere con gli altri, quale origine di scrittura della propria "identità". Si tratta di costruire vere e proprie palestre di "democrazia". Si tratta di proporre occasioni in cui ciascuno possa realizzarsi presso di sé e con gli altri, secondo "giustizia".
 
Pubblicato per Edizioni Gruppo Abele

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