Maria Elena Viggiano

Il dato è allarmante. "In Italia almeno 28 milioni di cittadini stanno soffrendo la crisi" - ha affermato il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, intervenendo al Festival dell'Economia di Trento. E ha aggiunto che "in un'Europa dove ci sono 50 milioni di persone che hanno paura perché disoccupate, sottoccupate o comunque in difficoltà con il lavoro, di cui 7 milioni in Italia, la crescita economica è indispensabile". Con queste dichiarazioni, una cosa è certa, Passera non ha minimizzato il problema e forse ha espresso il comune sentire di una popolazione che ogni giorno fa i conti con la dura realtà. La questione però è che c'è bisogno di una soluzione concreta, di risposte più che di domande, di azioni oltre che di parole. Non si può fare una magia e risolvere una situazione così complessa in poco tempo ma ormai l'attesa, per capire quali iniziative possano aiutare la crescita del paese, sembra giunta al termine.

Certo Passera non starà dormendo sonni tranquilli e la conferma arriva dalle sue parole "ogni giorno con ansia mi chiedo cosa fare per la crescita" ma già in un'intervista rilasciata nel 2010 al Corriere della Sera dichiarava che "l'Italia ha un potenziale enorme ma manca un progetto per il paese". Interessanti erano altre affermazioni come "l'Italia dell'imprenditoria non è ferma. Molto più fermo è il sistema paese. Sappiamo quello che c'è da fare ma continuiamo a non farlo: infrastrutture, formazione, meccanismi decisionali, giustizia", oppure "ci sono tanti fondi pubblici stanziati e non spesi e ciò succede anche con i fondi comunitari". E ancora "parlare genericamente di banche ha poco senso. Non esistono "le banche". Nel mondo esistono banche che sostengono l'economia e altre che non meriterebbero neppure il nome di banca, perché fanno solo speculazione finanziaria. Le banche dell'economia reale, le banche commerciali possono svolgere un ruolo insostituibile nella società. Devono essere a fianco delle imprese e delle istituzioni su tutti i progetti sostenibili che creano sviluppo".

Su questo punto sicuramente gli imprenditori saranno d'accordo, soprattutto chi opera nell'innovazione ma nella realtà le cose sembrano andare in modo diverso. In particolar modo, c'è una questione controversa a cui nessuno ha dato ancora una risposta. Il Ministero dello Sviluppo economico ha attivato il Fondo nazionale per l'Innovazione per promuovere due linee di attività: brevetti e disegni e modelli. Si tratta di 75 milioni di euro per finanziare le imprese con progetti innovativi che possono accedere al prestito e in cambio non è richiesta alcun tipo di garanzia. Per gli imprenditori potrebbe essere una vera boccata di ossigeno ma evidentemente qualcosa nel meccanismo non funziona. Il Mise ha selezionato due banche (Unicredit e Mediocredito italiano) che, attraverso il Fondo, offrono alle imprese dei finanziamenti fino a 3 milioni di euro per una durata massima di 10 anni. Gli imprenditori hanno però difficoltà ad accedere al Fondo poiché, nonostante il Ministero abbia il ruolo di garante, in alcuni casi le banche hanno applicato un tasso di interesse pari al 9% che di certo non incentiva l'accesso delle pmi.  

Intanto, al consiglio dei ministri del 6 giugno, è in arrivo il decreto sviluppo. Solo una prima parte, sottolinea Passera, le ulteriori misure dipenderanno dalle risorse disponibili. Le proposte includono l'istituzione di un Fondo per la crescita sostenibile che garantirà almeno 600 milioni alle imprese e i minibond, cioè obbligazioni e cambiali che le piccole e medie imprese possono emettere per finanziarsi, in presenza di alcuni requisiti come la certificazione dell'ultimo bilancio. Sarà poi presentata una norma che accelera la realizzazione di infrastrutture energetiche, si potranno costruire gasdotti e rigassificatori bloccati dalle Regioni ma lo scopo è di sbloccare gli investimenti per oltre 10 miliardi di euro. Per creare un circolo virtuoso, bisogna compiere molti passi in avanti e agire su diversi fronti: snellire la burocrazia, presentarsi sui mercati internazionali come sistema paese, velocizzare i tempi, creare condizioni favorevoli per attirare gli investimenti esteri e poi? quali altre misure possono favorire la crescita?


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