"Il caos è una semplicità che non siamo ancora riusciti a vedere".  "Le organizzazioni sono conversazioni". Sono le prime due tesi che compongono il manifesto del Social Business Forum 2012, il meeting di due giorni, che inizia lunedì 4 giugno (hotel Marriot, Milano).

Gli organizzatori di Open Knowledge hanno scritto, per questa quinta edizione, un manifesto articolato in 59 tesi che partono da questo concetto: Innovare attraverso la collaborazione.

"Gli approcci collaborativi ed emergenti stanno trasformando il mondo in cui i mercati funzionano e le organizzazioni creano il loro valore".

Il dibattito verrà condiviso in rete e verrà tracciato in real time con l'hashtag #Sfb12. I panel di discussione forniranno una bussola e permetteranno di orientarsi costruendo una mappa per trasformare o amplificare il Social Business. Un percorso attraverso il social management e il social learnig che defnisce le strade per rendere social una startup. Nelle discussioni si affronterà un tema fondamentale "Come rompere le barriere e trasformare in pratica l'innovazione digitale collaborativa".

Il Social Business è un trend recente ma estremamente profondo che sta rivoluzionando il modo in cui le aziende operano e generano valore in collaborazione con il proprio ecosistema (stakeholder, dipendenti, clienti, partner, fornitori).

"Dopo 5 anni, più di 3600 partecipanti, 150 speaker di altissimo livello, 50 esperienze raccontate sul palco direttamente dalla voce delle aziende che le hanno realizzate, siamo di nuovo qui con la voglia di far ulteriormente crescere quello che si è di fatto attestato come il più grande evento sul Social Business in Europa", hanno spiegato gli organizzatori di Sbf 12.

Tra gli speaker per la prima volta in Italia saranno presenti John Hagel - Co-Chairman del Center for the Edge presso Deloitte & Touche, autore dello Shift Index e di The Power of Pull tra i documenti più profondi per capire in quale direzione andrà nei prossimi dieci anni il modo di fare business delle aziende. Frank Eliason - SVP Social Media presso CitiGroup, anche detto il signor @YourService, colui che alla guida di @Comcastcares in meno di 3 anni ha reinventato in ottica sociale il servizio al cliente del grande operatore americano. Steve Denning - Consulente indipendente di management ed autore di The Leader's Guide to Radical Management in cui ha descritto come ripensare il futuro ed il funzionamento delle organizzazioni grazie ad un modello mentale per i manager totalmente diverso da quello presente. Ray Wang - CEO e Principal Analyst del Constellation Research Group, in passato fondatore di Altimeter e VP in Forrester Research. Ray è una delle autorità indiscusse sull'applicazione delle nuove tecnologie e dei nuovi modelli di business a strategie e ruolo dei senior manager di tutto il mondo.

La tesi numero 59 del Manifesto del Social Business forum è particolarmente significativa, per comprendere il panorama e lo spirito del meeting di esperti e pionieri del 2.0 provenienti da Usa, Sud America, Europa e Italia.

"Il modo in cui abbiamo concepito sinora l'organizzazione delle nostre aziende non funziona più. Abbiamo fatto del management una scienza, abbiamo cercato di trasformare le persone in macchine, abbiamo segmentato i compiti togliendo significato alle cose che facciamo mentre lavoriamo, abbiamo spersonalizzato per cercare di controllare l'organizzazione. Abbiamo cercato di standardizzare il lavoro per garantirci la possibilità di replicare le prestazioni senza imprevisti".

Il primo elemento che il Social Business Manifesto mette in luce - scrive Marco Minghetti nell'analisi di Nova100 del Sole 24 ore - è l'incapacità delle organizzazioni attuali di gestire la complessità crescente delle organizzazioni: "Davanti a problemi sempre più complessi e interconnessi, l'architettura decisionale rappresentata dai modelli di impresa e di governance contemporanei - ancorati ad un principio di tipo gerarchico e di comando-controllo - mostra tutta la sua inadeguatezza (tesi 5), "Le organizzazioni troppo ordinate rischiano l'estinzione" (tesi 18), "Nelle nostre organizzazioni c'è molta più intelligenza di quella che il management è disposto a riconoscere" (tesi 20).

Nell'era dei social network e della loro attuale segmentazione in nicchie di interessi, sempre più specializzati, delle intelligenze interconnesse tramite il web,  "Chi lavora si aspetta in qualche modo di poter partecipare al progetto organizzativo; il malessere è frutto dell'impossibilità di questa partecipazione" (tesi n. 8).

"Andiamo a caccia di passioni, bisogni, tribù". Questa è la chiave fondamentale, rendere il proprio business una fucina partecipativa: "Le idee di clienti, dipendenti e fornitori sono buone quanto quelle del management". "Oggi grandi opere dell'uomo nascono dalle conversazioni".

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