L'associazione AiFOS chiede giustizia per la morte di un'assistente di ricerca dovuta alla mancanza di norme di sicurezza in un laboratorio della University of California, Los Angeles.
Sheri Sangji non era un'operaia, ma una giovane assistente di ricerca chimica che lavorava in un laboratorio della University of California a Los Angeles. Dunque non in un paese disagiato, con poche risorse economiche, ma nell'economia con il più alto Prodotto Interno Lordo, gli Stati Uniti d'America.
Sheri Sangji muore il 29 dicembre 2008 per le ferite riportate in un incendio avvenuto a seguito di un esperimento con sostanze chimiche altamente reattive: una fiammata accende i suoi vestiti e la pelle, provocando ustioni mortali.
Sheri Sangji non era stata adeguatamente formata nella gestione delle sostanze chimiche che hanno scatenato l'incendio e perché non indossava abiti ignifughi o adeguati dispositivi di protezione.
Le cause che hanno portato alla sua morte sembrano chiare, ma a distanza di due anni l'inchiesta è ancora in corso. Il Direttore del Dipartimento universitario e i reggenti dell'Università sono ancora sotto inchiesta: devono rispondere alle accuse di crimine per "non aver corretto le condizioni di lavoro pericolose in modo tempestivo, non aver richiesto un abbigliamento adeguato e per non aver fornito adeguata formazione sulla sicurezza".È stata chiesta una condanna di 4 anni e mezzo di reclusione, ma l'esito del processo è ancora incerto, un esito che determinerà un'importante svolta nella sicurezza dei laboratori delle università accademiche negli Stati Uniti.
Attraverso l'impegno diretto di Giovanna Alvaro - Consigliere Nazionale AiFOS (Associazione Italiana Formatori della Sicurezza sul Lavoro) e Coordinatrice del Comitato Nazionale Donne AiFOS intitolato a Sheri Sangji - l'Assemblea Generale di AiFOS svoltasi a Padenghe sul Garda (Bs) lo scorso 17 maggio ha accolto la proposta di sostenere in Italia la petizione per ottenere giustizia in nome di Sheri Sangji. AiFOS ha deciso di sostenere questa causa "di verità, dignità umana e giustizia" e di chiedere a tutti una firma per sostenere i diritti di Sheri e dei lavoratori impegnati nei laboratori di ricerca, una firma in previsione della prossima presentazione del caso di Sheri al Tribunale di Los Angeles, presentazione che avverrà il 7 giugno 2012.
In due precedenti occasioni, dietro richiesta dell'Università, il giudice ha concesso rinvii del processo. La speranza è che ora i fatti possano essere presentati in pubblica udienza e che l'illecito dell'Ateneo sia portato alla luce. Questo il testo della petizione in italiano: La morte di Sheri Sangji dopo 18 giorni da un incendio al laboratorio Universitario UCLA evidenzia la totale mancanza di norme di sicurezza all'interno dei laboratori accademici. Ciò pone migliaia di studenti, ricercatori post-dottorato e personale a rischio di lesioni o morte.
La famiglia di Sangji merita giustizia e i lavoratori operanti all'interno dei laboratori meritano un luogo di lavoro sicuro. La responsabilità penale e la condanna porterà UCLA ed altre università ad istituire sistemi di sicurezza più efficaci. Gli imputati devono essere perseguiti nella misura massima consentita dalla legge.
L'Associazione Italiana Formatori della Sicurezza sul Lavoro, impegnata nella valorizzazione del ruolo della formazione per lo sviluppo della cultura della prevenzione, della salute e della sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro, chiede la vostra firma e il vostro impegno per far firmare la petizione. Impegno che, per quanto riguarda il miglioramento della sicurezza dei luoghi di lavoro, non può riguardare solo i propri confini nazionali, ma deve diventare un impegno "globale" e diffuso.
Firmiamo la petizione per chiedere giustizia per Sheri e per evitare che simili tragedie accadano di nuovo in futuro! La petizione, indirizzata al Procuratore distrettuale Steve Cooley può essere sottoscritta al link:http://www.change.org/petitions/los-angeles-county-district-attorney-hold-ucla-accountable-2#
Per informazioni:
Sede nazionale AiFOS: via Branze, 45 - 25123 Brescia
c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia
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