Vent'anni di sanguinosa guerra civile hanno messo in ginocchio il Nord Uganda distruggendo le infrastrutture statali. Ancora oggi il sistema sanitario nazionale non riesce a soddisfare le richieste di una popolazione sempre in aumento.
E a farne le spese sono soprattutto i bambini. Nella città di Gulu Soleterre sostiene il Children's block Raffaella Cuccia, unità complementare  pediatrica all'interno dell'ospedale regionale della città.

Gulu è la capitale del Nord Uganda, a pochi chilometri dal confine con il Sudan. Per vent'anni questa parte del Paese è stata vittima di una guerra civile devastante, che ha avuto come protagonista l'ormai famoso generale dell'LRA (Lord's Resistance Army) Joseph Kony. Qui l'intera popolazione è stata costretta a vivere in campi profughi, aree semi - protette dall'esercito nazionale. L'obiettivo era salvare la popolazione dagli eccidi e dalle mutilazioni e di proteggere i bambini, rapiti dagli eserciti ribelli e trasformati in soldati.

Il Paese sta cercando con grande fatica di ricostruire una società distrutta dalla guerra, ma manca tutto e a soffrirne è soprattutto il sistema sanitario. Una volta tra i migliori del continente africano - costruito ai tempi della colonizzazione inglese - il sistema igienico sanitario è oggi carente e gravemente insufficiente sia per il ritorno di molti profughi nell'area (tra donne, uomini e bambini si parla di un totale di 1 milione di persone) sia per la crescita della popolazione.

L'Uganda ha infatti la più alta natalità del continente africano e la quarta in assoluto al mondo. La crescita demografica è del 3,2% all'anno, con un tasso di fertilità fra le adolescenti (nati per 1,000 donne fra i 15-19 anni) di 136. Il 50% delle ragazze dai 16 ai 18 anni ha già un bambino e secondo i dati dell'OMS ogni donna ha in media 7,1 figli nati vivi. Secondo i dati della World Bank (2010), la mortalità dei bambini da 0 a 5 anni è del 99 per mille, il 30% neonatale.

Il Children's block Raffaella Cuccia di Gulu, sostenuto da Soleterre, è dedicato ai bambini dagli 0 ai 5 anni e sono circa 3200 i bambini, quasi tutti in gravi condizioni, cui vengono prestate cure e assistenza ogni anno.

Il polo pediatrico compie inoltre un'importante attività di vaccinazione per comuni malattie che in Africa mietono ancora  molte vittime, soprattutto tra i bambini. I dati sono confermati dall'UNICEF: malaria, infezioni respiratorie e diarrea, rimangono la principale causa di morte tra i bambini con meno di 5 anni. A questo si aggiunge il flagello dell'AIDS: 20.000 bambini all'anno continuano a contrarre l'HIV dalle proprie madri.
Un'attenzione particolare viene prestata alle madri che vengono assistite insieme ai loro figli e coinvolte in i incontri informativi e di sensibilizzazione sanitaria.

Per lavorare nel silenzio e non sotto i riflettori dell'emergenza Soleterre ha bisogno dell'aiuto di tutti. Si può contribuire alla ricostruzione della sanità in Uganda cliccando qui.

Per approfondire:
Scheda progetto Children's Hospital Raffaella Cuccia

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