Ne ha passato di tempo a studiare le falde acquifere; inquinamento e bonifica; le sembrava un tipo di lavoro "utile alla società", le piaceva e le piace
l'idea di "dare un contributo al progresso e al rispetto per l'ambiente"; di innovare e migliorare la società attraverso i suoi studi e il suo impegno. Di costruire, a suo modo, il futuro. E forte di questa idea Silvia Comba, 30 anni, torinese, si è laureata in Ingegneria Ambientale presso il Politecnico di Torino nel 2006. Nel 2011 ha conseguito il dottorato di ricerca a Torino e il dottorato di ricerca europeo, dopo aver studiato a New York e a Stoccarda.
Rientrata in Italia la sua tesi è stata premiata, per il debutto nella ricerca, al concorso Eni Awards 2012. Una medaglia coniata per l'occasione e 25.000 euro. L'argomento: sviluppo di una tecnologia del ferro di nano e micro scala a valenza zero per la bonifica delle falde acquifere. "L'acqua scorre nel sottosuolo attraverso delle sabbie - spiega Silvia - molto spesso è contaminata da sversamenti e scarichi di attività industriali, spesso eredità del passato, quando c'era scarsa attenzione all'ambiente. Se consideriamo che questa acqua serve al fabbisogno di 3/4 della popolazione è evidente che sia necessario depurarla. La sabbia presente nel sottosuolo spesso contribuisce alla depurazione in modo naturale, ma affinché l'acqua sia depurata completamente ci vuole molto tempo. Quindi è necessario trovare un sistema, ecompatibile, che riesca ad accelerare notevolmente il processo".
Il sistema individuato da Silvia è stato valutato innovativo e di buon impatto. "L'acqua è una fondamentale e imprescindibile risorsa, la mia convizione è cercare di tutelarla e valorizzarla in modo sostenibile. E il discorso vale per tutte le altre risorse offerte dall'ambiente. Non è possibile immaginare una sospensione o una limitazione dell'attività delle industrie; si deve progredire, crescere; anche io ho la macchina e non voglio smettere di usarla. Ma l'idea è trovare tecniche per andare avanti attraverso la cultura e il rispetto ambientale". Questo vale per le falde acquifere e anche per le automobili.
Dopo il dottorato Silvia ha vinto un assegno di ricerca nel gruppo "Chemical Reaction Engineering for Energy and Environment" presso il Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia del Politecnico di Torino; si occupa dello sviluppo di catalizzatori capaci di rispettare le normative sulle emissioni utilizzando però materiali più economici e più disponibili rispetto ai metalli nobili in uso. "Adesso mi sto occupando del metano - racconta - e di come riuscire a rendere del tutto ?verdi' ed economiche le vetture. La benzina ormai ha costi sempre più alti e un forte impatto ambientale; il metano si trova con molta facilità nel sottosuolo, è meno inquinante e ha le giuste caratteristiche per diventare il combustibile del futuro. Però c'è un problema legato alla combustione: possono rimanere piccole quantità di metano incombusto che producono un effetto serra più forte della CO2. Ora gli studi più avanzati si occupano di risolvere questo problema. E per me è una cosa molto avvincente".
A Silvia piace pensare il suo lavoro come una grande opportunità e una sfida: "L'idea che il lavoro quotidiano, l'impegno e le giornate trascorse in laboratorio, a volte fino a notte fonda, possano fare la differenza; che si possa davvero fare qualcosa per cambiare il mondo e il futuro, be' è una idea che mi entusiasma". E l'entusiasmo non vacilla nemmeno di fronte alle difficoltà della ricerca. "Oggi guadagno un po' di più; l'assegno di ricerca è un più alto di quello del dottorato che era di circa 1.000 euro al mese. Il mio contratto è annuale, non so se verrà rinnovato, se ci saranno altre opportunità. Io ho sempre lavorato all'Università; il lavoro di ricerca mi piace, ma non precludo altre strade". Tornare negli Stati Uniti o in Germania? "Lì ci sono grandi possibilità, ma l'Italia è il mio Paese, voglio vivere in Italia e penso di fare bene. Ci sono gruppi molto validi di ricercatori".
Lei debuttante e già premiata lo dice con non celata soddisfazione, pensando al 15 giugno, alla premiazione con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e Paolo Scaroni a.d. dell'Eni. E pensando al suo percorso, "all'acqua, all'aria, a come cambiare il mondo attraverso la loro salvaguardia". Convinta, "per passione e ottimismo" che non sia affatto impossibile.