Scrivo un messaggino a don Antonio Loffredo, parroco di Santa Maria della Sanità a Napoli e grande amico del Fai, diventato celebre in tutta Italia per aver escogitato un modello funzionante di rinascita economica e sociale del suo complicato rione, basato sul recupero e il rilancio degli spettacolari beni artistici e culturali della Sanità e sull'affidamento degli stessi alla gestione dei giovani del quartiere.

«Reverendo don Loffredo, avrei bisogno di contattarLa per coinvolgerLa nel nuovo censimento indetto dal Fai sui "Luoghi del cuore". Vorrei chiederLe quale sia il suo luogo del cuore. Grazie».
Dopo dieci minuti il mio cellulare squilla: «Ciao sono Antonio». Antonio Loffredo è un uomo che non perde tempo in formalismi. E invece di dirmi a voce quale sia il suo "luogo del cuore" mi invita con risolutezza a Napoli per vederlo e toccarlo con mano.
L'appuntamento è davanti alle Catacombe di San Gennaro, in cima al Rione Sanità sulle curve che portano alla reggia di Capodimonte. Antonio Loffredo è lì che mi aspetta.

«Allora cominciamo dalle Catacombe di San Gennaro» dice, e mi affianca una delle giovani guide in servizio, Enzo Porzio. Appena entrato sono sopraffatto dall'emozione. Pensavo di infilarmi nella solita rete di stretti e umidi cunicoli e invece mi trovo improvvisamente in una vera e propria basilica ipogea interamente scavata nel tufo con tanto di colonne, navate e cappelle dentro le quali, quasi ovunque, fanno capolino affreschi e mosaici paleocristiani di una vivacità e di una bellezza indescrivibile. Dalla mia guida apprendo il preciso inquadramento storico-artistico e iconografico delle prodigiose pitture, che si infittiscono presso l'enorme avello che per secoli aveva ospitato il corpo del martire Gennaro. Mi colpiscono anche la perfetta qualità dell'illuminazione e il fatto che la catacomba sia accessibile a disabili e non vedenti (che possono "vedere" affreschi e mosaici toccando lastre di metallo sbalzato realizzate dagli stessi ragazzi del rione). Poi, colpisce il fatto che - in una piovosa mattina feriale di maggio - le Catacombe di San Gennaro a Napoli siano piene di gente come fossimo in un museo di Londra: due scolaresche seguono attentissime i racconti delle giovani guide, mentre in un'altra cappella una ragazza spiega in inglese a un gruppo di turisti stranieri le bellezze di un affresco in un arcosolio. È presente persino un luminare della materia: è il professor Korol di Münster, insigne studioso di arte paleocristiana che si arrampica come un ragazzino della cripta dei vescovi scoperta per caso nel 1971, e ne ammira estasiato i mirabili mosaici del V secolo.

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