Sabato scorso, nella cornice veneta dell'incubatore H-Farm, si è tenuto l'open day di ItaliaStartup, associazione indipendente che riunisce soggetti attivi nel campo dell'innovazione e dell'imprenditoria digitale. L'evento è stato unico nel suo genere per la presenza, accanto a startupper, manager e consulenti, del Ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera, che ha accettato l'invito di Riccardo Donadon, fondatore di H-Farm, per instaurare un dialogo costruttivo tra Governo e stakeholder con lo scopo di delineare i contenuti su cui l'Esecutivo si propone di intervenire nei prossimi mesi.
Il Ministro ha creato una taskforce di 12 esperti per raccogliere ed organizzare le proposte di riforma: proposte che arrivano anche e soprattutto dai diretti interessati, che meglio di chiunque altro conoscono le dinamiche del settore.
Giuseppe Ragusa, membro della task force ministeriale, ha sottolineato in apertura il ruolo fondamentale svolto dalle imprese innovative nel creare ricchezza ed occupazione: secondo i dati della Kauffman Foundation, negli ultimi 10 anni le startup hanno generato 3 milioni di posti di lavoro, mentre le grandi imprese hanno registrato una perdita occupazionale complessiva di 1 milione di persone. Ma le nuove imprese hanno bisogno di capitale, ed anche da questo punto di vista il confronto con gli States è significativo: dal 2003 al 2010 i fondi americani di venture capital hanno raccolto 131 miliardi di euro, quelli europei solo 28.
I dati mostrano che le startup sono un potente motore di crescita, che però ha bisogno di essere alimentato da un mercato dei capitali liquido ed efficiente. In quest'ottica vanno considerate alcune ipotesi operative, come la facilitazione del crowdfunding, la diffusione delle convertible note, la possibilità di prevedere forme di co-investimento pubblico-privato, la creazione di un ecosistema di acceleratori, incubatori, venture capital e business angel.
La sfida di lungo periodo delineata dal Ministro Passera è molto ambiziosa perché vuole rivoluzionare la mentalità con cui l'opinione pubblica in Italia guarda all'impresa: bisogna favorire la nascita di una cultura del fallimento.
Andrea Giannangelo, che ha fondato Iubenda, si è concentrato nel suo intervento sulla lunghezza dei percorsi burocratici necessari ad aprire una nuova attività: questi costi, che sono di natura accessoria, sono una barriera rilevante all'entrata di nuovi soggetti nel mercato. Serve quindi un percorso internazionale standardizzato, in maniera da eliminare le distorsioni del mercato attualmente presenti. Questo, concretamente, vuol dire: nessun costo di apertura o di modifica della società, statuto ed atto costitutivo standard, senza dover passare dal notaio, poter trasferire le quote societarie facilmente e a costo zero.
Luca De Biase, giornalista de "il Sole 24 Ore" e moderatore dell'incontro, racconta a Working Capital: "Mi pare che sia stata una giornata dominata dalla concretezza: sono state fatte proposte fattibili e realisticamente implementabili in tempi brevi. Si è trattata di una vera consultazione del Governo con le parti interessate, non di un momento per esprimere lamentele. Tutti sono stati molto propositivi, e il Governo si è reso disponibile al dialogo tramite il Ministro Passera, che ha preso appunti e ha risposto ad ogni domanda".
E da un punto di vista più operativo, come si dovrebbe muovere adesso il Governo? "Il Governo deve considerare le proposte raccolte ricordandosi che dovrà andare a riformare la disciplina di un'intera filiera: è quindi necessaria una visione d'insieme matura e coerente" - continua Luca De Biase - "L'offerta "legislativa" da parte del Governo è importante, ma la parte più difficile è creare la domanda d'innovazione nel pubblico. Il momento storico attuale, con la presenza di un governo tecnico, è un'occasione irripetibile per cercare di recuperare il tempo perduto".
Tra i presenti è intervenuto anche l'imprenditore e candidato alla presidenza AGCOM Stefano Quintarelli. "Ho indicato alcuni strumenti per favorire lo sviluppo delle startup nel Paese. Un esempio: gli incentivi fiscali come la diminuzione dell'IVA, che nella sua formulazione attuale porta un gettito minimo, dal momento che la grande maggioranza delle transazioni avviene in Lussemburgo e sfugge quindi alla capacità impositiva italiana" - spiega Quintarelli a Working Capital.
Passera si è detto convinto della necessità di creare vasti ambienti innovativi, anche sull'esempio di StartupChile, e su questo punto in particolare ha chiesto il contributo di tutti i player del settore, confermando l'approccio collaborativo ed aperto che l'Esecutivo ha scelto di adottare.
Centrale è anche il tema dell'Open Data. Sui contributi a fondo perduto alle imprese il titolare dello Sviluppo Economico ha preso una posizione netta: il Governo ha intenzione di eliminare il sottobosco di leggi agevolative, che spesso rispondono a logiche clientelari o comunque piuttosto opache, per introdurre dei crediti d'imposta semi-automatici per le startup. Si è parlato anche della possibilità di introdurre un trattamento fiscale privilegiato degli investimenti a lungo periodo rispetto a quelli a brevissimo periodo, spesso caratterizzati da intenti speculativi. La visione che ispira il provvedimento è quella per cui poche norme chiare e dall'applicazione certa regolano l'economia in maniera più efficiente di quanto possa fare una giungla di leggi e leggine spesso contrastanti o ultrasettoriali.
Dettaglio tutt'altro che insignificante, Passera ha terminato il suo intervento non con un saluto, ma con un invito al pubblico a continuare ad offrire il proprio aiuto concreto alla taskforce e con l'annuncio di un primo pacchetto di norme in arrivo "entro l'estate".
Cosa ne pensiamo noi di Working Capital? "Giugno è un mese chiave. Le iniziative legislative e governative in potenziale dirittura d'arrivo, come quella di Passera, sono molte" - dice Marco De Rossi - "Ora che abbiamo imposto startup e imprenditoria hitech come temi fondamentali in agenda, dobbiamo passare alla pratica. E per farlo dobbiamo lavorare tutti insieme. Per questo auspico uno sforzo collaborativo dei diversi stakeholder, Working Capital incluso, e in particolare di tutte le parti del Governo. Se lavoreremo tutti insieme per fallire ci vorrà davvero un miracolo".
Lorenzo Tondi