L'ammontare totale dei disinvestimenti che ha colpito le banche greche dal 1 al 9 maggio - ovvero nel periodo a cavallo del 6, giorno in cui si sono tenute le ultime elezioni - è stato pari alla cifra record di 2 miliardi di euro. A rivelarlo è stato nel corso del weekend il quotidiano locale To Vima, che ha citato a proposito una lettera di Lucas Papademos, all'epoca primo ministro, indirizzata al presidente della Repubblica, Karolos Papoulias.

Gli investitori hanno infatti manifestato una reazione immediata all'incertezza provocata dall'esito della consultazione elettorale. Ma non si tratta dell'unico allarme lanciato dall'ex premier: secondo quanto spiegato nella missiva, «a partire dalla fine del prossimo mese di giugno la capacità del Paese di far fronte in toto ai propri obblighi finanziari sarà completamente dipendente dai prestiti in arrivo dall'EFSF (il fondo di stabilità dell'Unione europea, ndr) e dal Fondo monetario internazionale. I capitali a disposizione nelle casse statali scenderanno infatti gradualmente dai circa 3,8 miliardi di euro dello scorso 11 maggio a circa 700 milioni il 18 giugno, e potrebbero portarsi, 2 giorni dopo, in territorio negativo per 1 miliardo».

Il rischio è che i contenuti di tale lettera possano ora ulteriormente alimentare le preoccupazioni dei mercati, e che conseguentemente anche la fuga di capitali dalle banche possa intensificarsi.

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