Attacco pesante di Barbaro all'organismo previsto dalla 383
Si è consumato sui banchi della Camera, lo scorso 23 maggio, un attacco senza esclusione di colpi all'Osservatorio nazionale dell'associazionismo. Claudio Barbaro (Futuro e libertà per il Terzo Polo) al Question Time ha presentato un'interrogazione a risposta immediata denunciando «l'evidente conflitto di interessi» di chi compone tale Osservatorio e additandolo come possibile oggetto da mettere nel mirino della spending review.
RISPARMIARE SULL'ASSOCIAZIONISMO? Attraveso (anche) l'approvazione dell'Osservatorio sono infatti annualmente messi a disposizione delle associazioni di promozione sociale 11 milioni di euro ogni anno (9,5 nel 2011), per un totale di - dice Barbaro - «110 milioni di euro distribuiti in maniera totalmente illegittima dalle associazioni che fanno parte dell'Osservatorio parlamentare». Scrive infatti Barbaro come «in un'ottica di revisione funzionale della spesa pubblica, necessaria in un contesto di austerity e in prospettiva di una ripresa ciclica della nostra economia, l'entità dei fondi stanziati appare degna di considerazione, fermo restando l'indispensabile supporto che le istituzioni sono chiamate a dare al mondo dell'associazionismo sociale che opera capillarmente sul territorio, svolgendo anche un'implicita funzione di ammortizzatore sociale».
I DUBBI SUL PLURALISMO. L'attacco di Barbaro parte dalla contestazione del fatto che «nonostante la legge 7 dicembre 2000, n. 383, avesse stabilito in tre anni la durata in carica dei membri dell'Osservatorio e in due il limite dei mandati per ciascuno di questi, sino ad oggi la composizione di questo soggetto è rimasta invariata e nessun limite di funzione è stato osservato. Si è, quindi, instaurato un regime di prorogatio che viola i criteri di pluralismo e rappresentatività cui si richiama la legge istitutiva dell'Osservatorio stesso». Poiché la composizione è rimasta «inalterata nel tempo e le associazioni che ne fanno parte concorrono per ottenere i finanziamenti erogati, pur essendo esse stesse i giudici che scelgono a chi destinarli, si genera, a parere dell'interrogante, un conflitto di interessi in conseguenza del quale la maggioranza dei soggetti regolarmente iscritti ai registri delle associazioni di promozione sociale (nazionale, regionale o delle province autonome) risulta spesso esclusa dai finanziamenti».
L'INTERROGAZIONE. Barbato quindi chiedeva «cosa il Governo intenda fare per garantire una corretta operatività dell'Osservatorio nazionale dell'associazionismo sociale nel perimetro stabilito dalla legge e per ottimizzare l'assegnazione delle risorse che questo destina all'associazionismo - attualmente in una situazione, a giudizio dell'interrogante, di evidente conflitto di interessi - contemperando l'esigenza di supportare il terzo settore secondo criteri di merito effettivo con quella di reperire risorse per la crescita economica italiana».
LA REPLICA DI GIARDA. A Barbato ha risposto il Ministro Piero Giarda, su un testo trasmessogli dal Ministero del Lavoro. Giarda ha chiarito che «è in corso di completamento l'iter di approvazione del Regolamento che disciplina le modalità di elezione dei membri dell'Osservatorio da parte delle associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionali e regionali», che «il Consiglio di Stato, in occasione del parere sul provvedimento, ha rilevato che le funzioni di gran lunga prevalenti dell'Osservatorio hanno natura consultiva» e che «in accoglimento di un parere interlocutorio dello stesso Consiglio di Stato, lo schema di Regolamento è già stato modificato, proprio al fine di garantire che la composizione dell'Osservatorio rispondesse in pieno ai principi di pluralismo e rappresentatività richiamati».
NESSUNO CONFLITTO DI INTERESSI. Quanto al conflitto di interesse paventato, Giarda ha ribadito che «l'Osservatorio non procede all'attribuzione di utilità economiche, ma si limita a svolgere un'attività consultiva e di sostegno alle iniziative degli operatori del settore», che i «fondi erogati ai sensi della legge n. 383 del 2000 sono attribuiti annualmente al Fondo nazionale dell'associazionismo e che l'Osservatorio procede alla mera approvazione definitiva dei progetti, la cui valutazione è sempre effettuata da una Commissione appositamente designata dai competenti uffici del Ministero».