Non c'è stata nessuna comunicazione ufficiale, eppure, i 463 milioni di euro devoluti dai contribuenti italiani nel 2010 con il 5 per mille dell'Irpef sono stati ridotti del 17%. Perché lo Stato ha tagliato 80 milioni di euro? Il mondo del non profit chiede spiegazioni al Presidente del Consiglio Mario Monti.

 

L'allarme è scattato dopo un articolo di Valentina Melis sul Sole24Ore: dai fondi del 5x1000 del 2010 mancano 80 milioni di euro e la quota dell'Irpef destinata dai cittadini si è così trasformata in pratica in un 4x1000. La volontà dei 16 milioni di contribuenti che hanno lasciato la loro firma per sostenere un'organizzazione di volontariato viene in pratica "tradita" da un taglio arbitrario e su cui finora non è stata data alcuna spiegazione ai beneficiari.

 

 "E' un altro patto con i cittadini che non viene rispettato, un intervento a posteriori su'operazione che è data per scontata: questo alimenta un clima di incertezza per il non profit che ha già subito moltissimi tagli, mentre secondo l'ultima spending review il budget della difesa militare, ancora una volta, rimane intatto." E' la denuncia di Attilio Ascani, direttore generale della Focsiv, alla notizia della riduzione dei fondi del 5x1000. "In più, mi sembra importante notare che nella scelta della destinazione gli italiani abbiano dato la preferenza alle organizzazioni che lavorano nel Sud del mondo: questo è un indice di sensibilità nei confronti della cooperazione nonostante la crisi, il governo dovrebbe tenerne conto."

Sul sito di Vita intanto è stata aperta una raccolta firme con una petizione indirizzata al Presidente del Consiglio Mario Monti e al Viceministro dell'Economia e delle Finanze Vittorio Grilli che fino a oggi ha raccolto oltre 1400 adesioni:

 

"In periodi di crisi, lo Stato può chiedere sacrifici ai cittadini e imporre un freno alle spese, si sa. L'importante, però, è la chiarezza su quali risorse si tagliano, e sul modo: aver imposto un tetto al 5 per mille dell'Irpef per il 2010, senza una legge che preveda questo limite, e senza rendere pubblica questa scelta, non è certo una mossa nel segno della trasparenza. Soprattutto da parte di uno Stato che continua a chiedere, invece, la massima trasparenza ai contribuenti e alle organizzazioni del terzo settore." 

Per aderire alla petizione: http://www.vita.it/news/view/120589

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