J'accuse dell'ex presidente dell'Agenzia per il terzo settore

di Elisa Furnari

Il prof. Stefano Zamagniè intervenuto a  Terra Futura per parlare di lavoro, tema centrale di quest'edizione 2012, ma il dialogo si è allargato toccando da vicino il ruolo assente del terzo settore in termini di critica costruttiva.  l'interrogativo principe è come porre  rimedio alla crisi, tra le ricette (tante) lette  e ascoltate in questi anni l'analisi del professore  sembra particolarmente interessante perché ruota attorno a"cose semplici" ma di certo impatto, come la partecipazione e l'assunzione chiara a e definita di responsabilità da parte di ognuno,.

Una forte necessità di modificare il nostro assetto democratico configurandolo come deliberativo , è il primo affondo di Zamagni al convegno organizzato da CISL, collegare in maniera indissolubile mandante e mandatario nell'esercizio di funzioni (specie pubbliche)  significa  approdare ad un'assunzione reale di responsabilità che (forse) migliorerebbe la gestione politico-amministrativa e che (certamente) obbligherebbe il cittadino a riconoscere il suo ruolo. Un antidoto alla crisi? E allora perché stenta ad affermarsi nel nostro paese questo modello partecipativo?  L'ex numero uno dell' ormai soppressa Agenzia per le Onlus spiega come "il  paradosso stia proprio nel fatto che l'Italia tra i paesi occidentali  è quella con il  più articolato sistema di organizzazione della Società Civile, ciò nonostante proprio il  terzo settore non riesce a sfondare il "soffitto  di cristallo" per accedere al decision making"

 L'esercito del terzo settore dovrebbe rappresentare una massa d'urto,  questo ci dice l'economista, e certamente è palese come  in molti casi sia riuscito a rappresentare unicamente un ottimo portatore di idee, quasi una voce cantante che ha sussurrato i bisogni senza esprimerli con voce potente nonostante il ruolo cardine che assume nei processi di equilibrio sociale. Siamo forse davanti ad un colosso che si crede pigmeo?

La prima spiegazione fornitaci dal professore bolognese  è che " in tutti questi decenni il mondo del terzo settore è stato "drogato", realizzandosi quello che nell'ambito della scienza politica prende il nome di scambio politico, vale a dire che  in cambio di alcune certezze nella fornitura di servizi  o nel  finanziamento di progetti  il  Terzo Settore ha scelto di rimanere senza voce". Il professore specifica ancora come il nostro Terzo Settore si configuri come organizzazione piena di risorse umane abili a gestire ma non altrettanto illuminate sul piano della progettazione e dell'esercizio del pensiero critico, pensiero critico che è elemento capace di modificare le tendenze e che forse realmente manca. "In questa crisi il Terzo Settore - afferma Zamagni - è stato, salvo alcune eccezioni, silente sul piano della denuncia e della proposta" ed il primo passo concreto che potrebbe essere percorso affinchè cambi questa tendenza può essere "passare dalle gare (che hanno ad oggetto l'erogazione di servizi)  al massimo ribasso a quelle al massimo rialzo" in un processo all'interno del quale la competizione sia veicolo per l'innalzamento della qualità e non dei costi con un miglioramento della relazione tra fornitore di servizi e beneficiario. Tutto ciò pare abbia grandi fondamenti di teoria economica ma certo è che le scienze sociali, ancor prima di quelle economiche ci dicono che la partecipazione, l'aggregazione spontanea ed organizzata è uno strumento per uscire dalla crisi variamente declinata ma ovviamente solo se  gli attori sono critici, operativi e consapevoli. A proposito di aggregazione e coinvolgimento della società civile abbiamo chiesto al professor Zamagni di parlarci del "Laboratorio di Economia Civile Avola Antica" , un'aggregazione spontanea ed organizzata che il Sicilia riunisce esperti e professionisti attorno al tema dell'economia civile e dei Beni Comuni. 

Il Laboratorio di Economia Civile Avola Antica, spiega Zamagni, nato come esperimento pilota assume ormai le forme dell'esperimento già realizzato che concluderà il suo start-up con una summer school sui temi dell'innovazione sociale e degli strumenti di economia civile/partecipativa, che si terra ad Avola (SR) a fine settembre e che è destinato a rappresentare un modello interessante la cui capacità di sopravvivere e generare cambiamento positivo è determinata dalla sua capacità di diffondere pensiero scientifico e programmazione autorevole?.Esperimento da seguire sperando che vada a buon fine.

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